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28/06/14

Preparativi

suitcase
Source
Sto smontando e rimontando la valigia da due giorni, passandola sulla bilancia per misurare ogni minimo cambiamento, per cercare di stare entro i 30 chili di franchigia di Qatar Airways, cosa che stavolta pare più complessa del solito. Anche se è la seconda volta, tutto ciò che mi ha insegnato l’esperienza è iniziare con un congruo anticipo i preparativi, non certo ridurre la quantità di roba da forzare nel trolley saltandoci sopra.

Ho un hard disc dedicato ai soli film, con scorte di Johnnie To e Sion Sono sufficienti a raddrizzare decine di cattive giornate e so che mi serviranno, ho finito di selezionare e sistemare le foto dell’anno scorso – io sia maledetta se ne faccio ancora così tante! – e la mia valigia all’ultima pesata era 30,06 chili. Penso a tutte le cose che sono costretta a lasciare, ai miei libri soprattutto, e vorrei esistesse il teletrasporto.


Questo è il momento in cui inizio a rendermi conto che ci siamo. Ogni tanto mi si blocca il respiro, non so se sia la carenza di ferro, l’ansia, o tutte e due. Penso alle cose che mi mancheranno, al concerto dei National a Ferrara che avrei voluto vedere, alle serate in spiaggia a cui avrei probabilmente rinunciato comunque, a certi locali che sanno di casa. Faccio liste mentali di tutti i cibi che mi sognerò la notte, non perché la cucina giapponese mi dispiaccia, ma perché dopo un po’ viene voglia di quel pane che profuma ancora di forno, dei dolci fatti a mano, del ragù.

04/06/14

Biglietto sola andata

Direzione Kansai airport, come potete immaginare. Tra meno di un mese torno a Kyoto. Ci stavo già lavorando, quando ho scritto della mancanza e del perché non fosse così opprimente, ma solo ora che il volo è prenotato e il Certificato di Eleggibilità è stato rilasciato sono pronta per comunicarvelo ufficialmente. Cinque mesi di telefoni sbattuti in faccia non sono mai così dolci come quando ti permettono di mettere da parte i soldi e partire di nuovo.

Fushimi inari

22/04/13

Cose che amo di Kyoto #2

Kyoto è una città relativamente grande, con circa un milione e mezzo di abitanti, ma basta un breve viaggio in autobus o in treno per trovarsi immersi nella natura, in luoghi splendidi come Fushimi-inari, Arashiyama, Kibune e Kurama.

Arashiyama
Arashiyama in primavera, con le colline punteggiate di sakura

07/01/13

Partire o ritornare?

Mi ero ripromessa di curare il blog durante la mia permanenza in Italia, di mettere a posto le foto arretrate e pubblicarle, ripassare, leggere qualcosa in giapponese, scrivere qualche recensione, e che ve lo dico a fare, non ho fatto nessuna di queste cose. Non sono neppure riuscita a vedere tutte le persone a cui avrei voluto raccontare di persona le sensazioni dei mesi passati a Kyoto, e questa è la cosa che mi dispiace di più. Però ho mangiato (quasi) tutto quello di cui avevo una gran voglia, ho ballato, ho passato ogni istante possibile con Paolo prima della seconda, più lunga, separazione.

Airplane
Di nuovo verso Dubai

Sono di nuovo all'aeroporto di Dubai ad aspettare ore per il prossimo volo, per la terza volta in pochissimi mesi. La prima volta sentivo forte il distacco da casa e non riuscivo a smettere di piangere. La seconda ero in bilico tra la voglia di riabbracciare tutti e la malinconia di lasciare Kyoto, anche se solo temporaneamente. Ora non riesco a decidere se sto partendo o ritornando. Vorrei ci fossero due me, una di qua e una di là, e che nessuna delle due dovesse mai trascorrere interminabili ore in aeroporto, il più straniante tra tutti i non luoghi, un immenso labirinto sospeso in un tempo e uno spazio paralleli.

C'è un piccolo Daruma a Bologna che tiene con sé il mio desiderio, il nostro desiderio, ed è il mio legame tra Giappone e Italia, un legame che non ci pensa proprio a spezzarsi. Quando penso al suo occhietto nero, e all'altro ancora bianco e in attesa di essere disegnato, almeno una certezza ce l'ho.

28/09/12

Verso il Giappone #4: tempo di saluti, ovvero un post decisamente personale

sayonara
Sono giorni strani, questi, in cui continuo a rimandare cose che dovrei aver già fatto e mi illudo che il tempo non stia per scadere. Forse non lo sapete, ma sono la regina della procrastinazione, io.
Ho chiuso la valigia, saltandoci sopra per schiacciarla, e il mio bagaglio a mano supera di ottocento grammi la misera franchigia di sette chili di Emirates, ma spero siano magnanimi con me.
In questi giorni, in barba a tutte le faccende arretrate che avrei dovuto sbrigare, la mia priorità è stata centellinare il tempo in modo da passarne il più possibile con le persone che contano.
Dall'ultima settimana mi rimangono flash vari di incontri felici, una cena con i parenti durante la quale mi hanno fatto un mucchio di domande interessate e curiose, nessuna delle quali finirà nella famigerata lista; un aperitivo con gli amici, che mi hanno riempita di regalini azzeccatissimi e pensieri dolci. C'è chi mi scrive mail e messaggi, chi mi abbraccia, chi mi incoraggia a modo suo e chi mi racconta di quando è stato in Giappone, e io voglio molto bene a tutti.

20/09/12

Verso il Giappone #3: cose da non dire a un amante del Giappone

dame

I rapporti sociali sono spesso un terreno minato, in cui bisogna muoversi con estrema delicatezza e anche così facendo si rischia di urtare involontariamente la sensibilità di qualcuno. In questo periodo molte delle mie conoscenze sono incuriosite dalla mia prossima partenza, mi capita di rispondere a quesiti su cose che do per scontate ma in realtà non lo sono affatto, e succede anche che qualcuno mi faccia ribollire il sangue con domande inopportune o pessime freddure. Quali sono, dunque, le cose da non dire a chi stia per partire per il Giappone per un anno?

22/08/12

Verso il Giappone #2

emirates
Mentre attendo che l'Immigrazione accetti definitivamente la mia richiesta di visto studentesco e mi invii il certificato di eleggibilità, per immergermi poi in una trafila di deliziosa burocrazia al Consolato giapponese di Milano, ho prenotato il volo che darà il via alla mia permanenza di un anno a Kyoto. Il 28 settembre un aereo della Emirates mi porterà via dalla mia quotidianità e mi sbatterà di peso in una vita nuova, nella quale dovrò ricominciare a imparare tutto, anche a parlare. Già mi vedo, aliena dalla lingua diversa, sommersa dal peso dei bagagli e da quello della mia neonata solitudine, commuovermi davanti a un gesto gentile e a parole che nella confusione non saprò interpretare.

18/05/12

Verso il Giappone #1

giappone
Questo blog era praticamente neonato quando accennai per la prima volta alla mia futura esperienza giapponese e spiegai a grandi linee perché sarei andata a Kyoto. Ora, a diversi mesi di distanza, è giunto il momento di iniziare a organizzare concretamente l'enorme salto nel vuoto che spiccherò a ottobre. La scuola di lingua che frequenterò è la ARC Academy, sulla quale finora ho letto soltanto giudizi positivi. Per le questioni burocratiche sto facendo affidamento su Go! Go! Nihon, che si occupa di aiutare gratuitamente le persone che come me vogliono trascorrere un periodo di studio in Giappone. Non mi resta che compilare qualche modulo, raccogliere la documentazione richiesta dalla scuola - certificato di laurea, un estratto conto che dimostri che sono in grado di mantenermi finanziariamente, copia del passaporto - e pagare la quota di iscrizione, in attesa di ricevere il certificato di eleggibilità. Fin qui tutto molto semplice.

06/10/11

東京 ですか。それとも、京都ですか。

(ovvero: Tokyo o Kyoto?)

Kyoto
La prima volta che ho seriamente preso in considerazione l'idea di andare a studiare in Giappone per un anno - e ci è voluto non poco per immaginare di farlo sul serio - davo per scontato che sarebbe stato a Tokyo. Tokyo è il centro del mondo, la città in cui puoi trovare tutto e sentirti parte di qualcosa di veramente grande, pur rimanendo una minuscola formichina in una metropoli smisurata. Però è anche una città estremamente costosa, in cui un buco minuscolo in centro ti costa 800€ al mese e se riesci a cavartela in periferia con un po' di meno la differenza la paghi sui trasporti. Il primo punto a sfavore di una scelta ormai compiuta, quindi, è stato che semplicemente non potevo permettermelo. Prima c'è stato lo sconforto, poi la ricerca di soluzioni e la valutazione delle alternative.
E Kyoto mi è apparsa magicamente davanti dal nulla, come se gli altissimi grattacieli della Capitale dell'est me ne avessero impedito finora la visione. Perché mi immaginavo nella dissoluta Edo e non a Heiankyō, sotto il cielo di Hikaru Genji? Non è solo una faccenda economica, in fin dei conti: chi me lo fa fare di pressarmi come una sardina in un vagone della metro stipato, magari con qualche chikan vicino che mi tocca il sedere, quando posso comprare una bici di seconda mano e pedalare dappertutto?
Voglio perdermi tra la pace dei templi e dei santuari, non tra i grattacieli illuminati e i centri commerciali tentatori. Voglio le foglie rosse e i sakura in fiore, voglio essere vicina a Nara e Uji. Non sono fatta per vivere in una metropoli sconfinata, e non voglio saperne di italiani, otaku, figli di papà che vanno a spendere i soldini in vestiti costosi. (E poi sì, mi piace fare l'alternativa.) Io voglio Kyoto.

Quando mi chiedono cosa farò dopo e rispondo che progetto un anno in Giappone è sempre divertente l'espressione, misto di delusione e totale incomprensione, al "Ah, fica Tokyo!", "No, andrò a Kyoto".

27/09/11

Un altro passo verso...

Books
Il penultimo esame è andato. Posso fare un altro sospirone di sollievo, rilassarmi per qualche giorno e dedicarmi a quello che mi piace, col pensiero sempre fisso a tra un anno. "Tra un anno" è un'idea ancora estremamente vaga, paralizzante ed elettrizzante insieme, mi ritrovo spesso a dire che "è impossibile, non ce la posso fare", ma del resto ce la devo fare, e una parte di me non vede l'ora.
Per il momento mi concentro sulle cose presenti, sull'ultimo esame da preparare, sulla tesi da mettere a fuoco. Ogni tanto però non posso fare a meno di pensare a come saranno rosse le foglie a Kyoto nell'ottobre del 2012, a quanto sarò sola dall'altra parte del mondo a sentirmi piccola piccola, e nel groviglio di sensazioni contrastanti quella che più mi colpisce è che mi sento in trappola se penso a quante cose ci sono ancora tra me e il Giappone.
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