Ebbene sì, sono andata via per una settimana senza dire nulla.
Quest'anno, col Giappone in arrivo, ho optato per una vacanza breve e al risparmio e ne ho approfittato per visitare
Roma.
Volendo appuntare solo pochi ricordi alla rinfusa, mi viene in mente la sensazione che tutta quella bellezza messa insieme fosse quasi troppa, il caldo massacrante sui vialoni asfaltati, l'acqua fresca delle fontanelle sparse ovunque, il terrore vero appena arrivati in città in macchina, tra sorpassi da destra e mancate precedenze, le passeggiate serali a
Trastevere, le piccole abitudini a cui mi sono affezionata presto.
Ci ho pensato e ripensato in questi giorni, e nonostante certi scorci mozzafiato e alcuni luoghi che sono rimasti nel cuore sono certa che non potrei mai vivere felicemente in quella città così grande e caotica.
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Arte tibetana |
Alle attrazioni imperdibili ho voluto aggiungere il
Museo nazionale d'arte orientale 'Giuseppe Tucci'. Il museo ha sede nel Palazzo Brancaccio, costruito tra il 1886 e il 1912 non distante dalla basilica di Santa Maria Maggiore, ed è stato aperto al pubblico nel 1958.
La collezione comprende opere e manufatti di epoche e provenienze diverse, dai reperti delle antiche civiltà del Vicino e Medio Oriente alle ceramiche iraniane, dalla scultura buddhista del Gandhara e dell'India ai dipinti tibetani su stoffa, per finire con una interessante sezione dedicata alla Corea e a un ridotto numero di opere che coprono a grandi linee il periodo tra il III millennio a.C. e il XX secolo d.C. in Cina e Giappone.
L'allestimento è ben curato e corredato da schede esaustive sul contesto storico e culturale originario degli oggetti esposti. La collezione, soprattutto per quanto riguarda l'Estremo Oriente, non è vastissima, ma vale comunque una visita.