Takahashi Setsurō, Paravento a due ante, Hioka Tsukioka, 1989 |
Il Giappone, pur galoppando a tutta velocità verso una modernizzazione sempre più estrema, rimane fortemente legato alle proprie radici e fa di tutto per proteggerle e per evitare che si perdano parti importanti dell'identità nazionale. I paraventi, i kimono, i contenitori in lacca e in ceramica esposti nella Galleria Palatina dimostrano che le due opposte anime del Sol Levante non sono inconciliabili e possono anzi convivere in armonia e arricchirsi a vicenda.
Akatsuka Jitoku, Scatola da scrittura, Maizuru , Inizio del periodo Shōwa (1926-1989) |
Giuseppe De Nittis, Pioppi nell'acqua, 1878 circa |
Solo a fine Ottocento gli occidentali "scoprirono" il Giappone, così lontano geograficamente e per secoli rimasto chiuso ai contatti con l'estero; da questo incontro nacque il Giapponismo, mania verso tutto ciò che era orientale, collezione ossessiva di "cineserie" e moda incentrata su un immaginario tanto esotico quanto affascinante.
Accanto a stampe di Utamaro, Hiroshige, Hokusai (in mostra anche La grande onda presso la costa di Kanagawa, probabilmente l'opera d'arte giapponese più celebre al mondo) e molti altri creatori di stampe xilografiche, sono presenti dipinti di De Nittis, dei Macchiaioli toscani, persino un Monet, suggestionati dalla delicatezza dei motivi decorativi, dalla costruzione dell'immagine e dagli elementi tipici dell'arte giapponese.
Katsushika Hokusai, La grande onda presso la costa di Kanagawa, 1830-1832 circa |
Hon’ami Koetsu, Tazza per il tè nota come Murakumo, periodo Edo, XVII secolo |
Era anche l'epoca della cerimonia del té, coi suoi rituali precisi e la complessa estetica di wabi-sabi, basata sulla consapevolezza della transitorietà delle cose, incarnata dal grande maestro del Cha no yu, Sen no Rikyū.
Era, a Edo, il momento in cui la classe mercantile fioriva e si svagava nei quartieri di piacere insieme ad abili intrattenitrici, dando vita alla cultura dell'ukiyo-e, il mondo fluttuante.
Samurai, maestri zen, mercanti, nobili, tutte le classi sociali si rispecchiano nell'arte del periodo, che esulava dai semplici dipinti per occupare ogni aspetto della vita pubblica e privata: si trovava nelle ceramiche raku, nei paraventi riccamente decorati, nelle preziose incisioni sui koto, nelle complesse else delle katana, nei motivi eleganti dei tessuti. Tra le tre è la mostra che ho preferito, per quanto sia davvero difficile scegliere.
Tagasode, (“Di chi sono queste maniche?”), periodo Momoyama/periodo Edo, prima metà del XVII secolo |
Questo fine settimana è l'ultima occasione possibile per visitare questa vasta esposizione, ricca in qualità e perfetta in quantità, in grado di stimolare riflessioni sull'arte giapponese, sugli influssi ricevuti e sulle influenze che ne derivano. Giappone. Terra di incanti è a Palazzo Pitti (FI) fino domenica 1 luglio, approfittatene!
Wow... che meraviglia! Sono tutti ottimi spunti artistici per creare qualcosa di design attuale! Purtroppo posso solo godermi queste immagini su internet, ma già così sono uno stimolo impressionante... grazie mille!
RispondiEliminaFigurati, l'ho trovata una mostra ben pensata e interessantissima, mi pareva il minimo condividerne almeno un pezzetto con chi non riuscirà ad andare a vederla.
EliminaAlcuni motivi decorativi tradizionali mi piacciono molto e non li trovo affatto "vecchi", su un oggetto dal design moderno starebbero benissimo.
peccato essere così lontana e non poterci andare T_T
RispondiEliminaSpero di avervi fatto gustare almeno un po' dello spirito della mostra!
EliminaPeccato non potervi partecipare...sigh...
RispondiEliminaAvrai occasione per partecipare a eventi altrettanto interessanti dalle tue parti!
EliminaUna vera meraviglia queste mostre!Peccato che ,pur essendo relativamente vicina,per vari motivi probabilmente non riuscirò ad andarci...Intanto rubo e condivido sulla mia pagina facebook!:)
RispondiEliminaPeccato, mi dispiace. Sulle mostre a volte sono timorosa di beccare la fregatura ed esserne delusa, ma stavolta non è stato così. Grazie per la condivisione :)
Elimina"La grande onda presso la costa di Kanagawa" è talmente famosa che viene ripresa anche in un numero di Julia della Sergio Bonelli Editore (precisamente in un Almanacco del giallo) :)
RispondiEliminaPenso che per i non esperti sia la prima opera d'arte che viene in mente parlando di Giappone, è stata citata e rielaborata un sacco di volte. Chissà che non riesca a trovare il numero di Julia di cui parli, mi interesserebbe leggerlo a questo punto!
EliminaSi tratta de "L'almanacco del giallo 2008", reperibile sul sito della SergioBonelliEditore o nelle fiere del fumetto (meglio le fiere, almeno lo trovi a prezzo inferiore :D )
EliminaGrazie per la dritta, alla prossima fiera lo cerco!
EliminaUffa, Firenze è proprio troppo lontana :(
RispondiEliminaPoi adesso che Trenitalia sta togliendo i treni regionali per spingere i Freccia Rossa anche muoversi in treno è troppo costoso! (Ben tornata!)
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