23/05/14

Recensione: Niji-iro hotaru: Eien no natsuyasumi, o dell’estate giapponese

Le lucciole, sapete... splendono per trovare il compagno della loro vita.

Niji-iro hotaru: Eien no Natsuyasumi虹色ほたる~永遠の夏休み~ Rainbow fireflies
Kōnosuke Uda
Giappone, 2011

Durante un’escursione nei pressi di una diga Yuta è sorpreso da un temporale e scivola battendo la testa. È salvato da uno strano vecchietto a cui poco prima aveva offerto una bibita, ma si rende presto conto di essere stato portato indietro di trent’anni, quando la diga ancora non era stata costruita e al posto del lago c’era un villaggio. Lì conosce Saeko e Kenjo, gli amici con cui trascorrerà le sue vacanze nell’epoca Shōwa.


Niji-iro hotaru: Eien no natsuyasumi (lett: Lucciole color arcobaleno: Le vacanze estive eterne) è un film che, come molti altri, mette in scena i giorni (non proprio) spensierati dell’infanzia, nei quali troppo spesso irrompe il dramma, e ci mescola un briciolo di sovrannaturale che non guasta, senza per questo rendere la storia meno realistica nella resa dei sentimenti. Personaggi dal character design a tratti stilizzato ma molto espressivo e piacevole si muovono in paesaggi curati e realistici, con il verde della natura che avvolge tutto nel rigoglio della stagione calda. Con delicatezza e tatto racconta una vicenda di perdite e ritrovamenti, ma soprattutto di crescita attraverso la vita, che è sofferenza e gioia insieme, e non potrebbe essere altrimenti. Un film che per tematiche non si discosta da tante altre opere e non mira certo a stupire lo spettatore, ma riesce tutto sommato a restare per tutto il tempo una visione gradevole.

Niji-iro hotaru: Eien no Natsuyasumi

Uno degli aspetti più interessanti del lungometraggio di Kōnosuke Uda è la maniera in cui racconta l’estate dei tra ragazzini, accompagnata dal suono dei fuurin e dal canto delle cicale, tra festival estivi e fuochi artificiali, deliziose granite, bambine che indossano yukata, e gite notturne alla ricerca delle lucciole che illuminano gli specchi d’acqua. Verrebbe da pensare che queste cose ormai si trovino solo negli anime, e invece tutt’oggi sono ancora parte della vita dei giapponesi. Certo, in maniera minore, e probabilmente se lo chiedete a un salaryman qualunque non vi saprà dire quando è stata l’ultima volta che ha visto le lucciole – che pure sono ancora presenti, basta uscire di poco dalle città per trovarle. Anche gli indaffarati lavoratori però, ci scommetterei, durante le vacanze dell’obon partecipano a qualche matsuri o vanno a vedere i fuochi d’artificio.

Niji-iro hotaru: Eien no Natsuyasumi

Niji-iro hotaru: Eien no Natsuyasumi Un certo romanticismo permea ancora l’idea dell’estate in un Paese ostinatamente legato alle sue tradizioni, che si rispecchiano poi in un medium diffusissimo come gli anime. Credo che proprio la cultura pop di cui questi sono espressione abbia cristallizzato nell’immaginario collettivo gli elementi tipici di ogni stagione, facendo in modo che anche nella vita moderna, i cui ritmi si discostano notevolmente da quelli del secondo dopoguerra, alcune abitudini siano rimaste per quanto possibile inalterate e vive.

Da noi, privi di un tale catalizzatore del sentire comune, è più difficile individuare qualcosa di analogo. Abbiamo le gite al mare, le grigliate e i fuochi di Ferragosto, certo, ma nessuno ce li mostra continuamente in opere di fiction più o meno nostalgiche, che ne rinnovino l’atmosfera ogni anno. Per me l’estate sono i concerti all’aperto, la caipiroska e le serate all’Hana-Bi di Marina di Ravenna, ma si tratta di una visione molto soggettiva. L’unica idea “tradizionale” di agosto che riesca a immaginare sono le infinite file in autostrada e le spiagge imballate di corpi abbrustoliti – amarcord a palate, insomma. Non siamo cambiati di più o più in fretta dei giapponesi, soltanto abbiamo abbandonato senza titubare granché le abitudini dei nonni.

Niji-iro hotaru: Eien no Natsuyasumi

Per voi che cos’è che fa immediatamente pensare all’estate? Trovate che ci siano ancora consuetudini che accomunano l’intero Paese, o che siano andate perse nel tempo?

18 commenti:

  1. Sembra stupendo.. spero di trovare il modo di vederlo! @_@

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    1. Le immagini sono davvero belle, la storia è delicata e non ha grossi colpi di scena, ma è sicuramente una visione piacevole. Penso si trovi coi sottotitoli in inglese, in italiano non saprei.

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  2. Per me l'estate è un odore, particolare, difficile da descrivere. È un misto di erba bagnata, fiori che sbocciano, ma anche quell'odore che emana la pelle quando è stata sotto al sole, l'odore di gelato....
    L'estate giapponese l'ho vista nel 2012 e ricordo soprattutto il rumore delle cicale: pazzesco! Purtroppo non ho avuto la fortuna di vedere nessun matsuri :( però ho comprato lo stesso uno yukata ;)

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    1. Sai che l'olfatto è il senso che più di tutti evoca ricordi? Spesso pensiamo per immagini, ma più spesso sono proprio gli odori ad aprire le porte della memoria.
      Le cicale giapponesi sono enormi e rumorosissime, non so perché ma adoro quel suono. Spero tu possa vivere altre estati nel Sol Levante indossando il tuo yukata! (che belli che sono, ma che scomodità!)

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  3. Messo giusto ieri in download, mi precedi x3 Bellissima recensione, se prima ero curiosa ora non vedo l'ora di vederlo!

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    1. Ti ringrazio! :)
      Spero di leggere presto anche le tue impressioni a riguardo allora!

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  4. Me lo procaccio :D
    Alla fine ho visto "Il giardino delle parole" riorganizzo le idee e lo recensisco ^^
    Da quando lavoro, per me, le stagioni si distinguono principalmente per la temperatura esterna nel tragitto casa-lavoro e per la lunghezza delle giornate. Che tristezza ç__ç

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    1. Speravo fossi riuscita ad andare al cinema per "Il giardino delle parole", sono curiosa di leggere la tua recensione.
      Come ti capisco riguardo al lavoro... anche io ora mi rendo conto che sta venendo la bella stagione solo perché quando esco è ancora giorno. Stiamo invecchiando? :(

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  5. Penso che il Giappone sia molto particolare in questo senso: nel ricodare la tradizione. seguendo il presente. Penso sia prorio un concetto di rinnovamento, non di conservazione, come avviene per i templi, che vengono costantemente ricostruiti ma con la struttura del passato, mentre da noi si tende a conservare il salvabile e (ultimamente) non fare interventi ricostruttivi.
    Questo film mi potrebbe piacere! Per rispondere alla tua domanda: qui in UK non c'è molta differenza fra le stagioni, per cui a volte non mi accorgo del passare del tempo, forse è per questo che invece riusciamo ad identificare l'estate italiana con cose tipo il cielo stellato, l'aria frizzante di sera, il caldo, il sole ecc...

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    1. Il tuo commento racchiude perfettamente l'idea di tradizione del Giappone: è qualcosa che ci si porta dietro e si evolve coi tempi, restando sempre presente e in qualche modo uguale a se stessa. Proprio come dici tu, anche il concetto di restauro delle opere d'arte è concettualmente diverso dal nostro.
      Se ti capita dai un'occhiata al film, il character design è particolare ma a me è piaciuto.
      In effetti l'Italia come il Giappone ha stagioni molto marcate, ma magari col tempo anche in UK scoprirai le loro abitudini per la stagione (un po' più) bella. Anche se pure qui secondo me si stanno perdendo un po' di cose, il cielo stellato ad esempio si vede sempre più di rado.

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  6. Giro subito il titolo a Lore, questo lo voglio vedere!
    Per me estate è già adesso: vedere il sole mentre sono chiusa al cinema (a cazzeggiare perché con questo tempo chi vuoi che venga a chiudersi in sala?).
    L'estate per me è stare sdraiata al Valentino (il parco di Torino sul Po) chiacchierando con gli amici - il grigliatone di Ferragosto (che posticipiamo sempre perché siamo in vacanza) - i concerti all'aperto e l'euforia delle vacanze.

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    1. Guarda, io in sala mi ci chiuderei col sole, con la neve o con in vento, non fa differenza! :)
      Però capisco, anche io appena sento il primo sole caldo entro in modalità estiva.
      Che bello sentire tutte le vostre idee di estate, mi sembra di viverle un pochino anche io. Spero che il film vi piaccia!

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  7. Devo decidermi a guardarlo, ne avevo già sentito parlare bene e questa tua recensione non fa che aumentare la mia curiosità.
    Estate, estate ... A volte penso che l'estate sia il miraggio che continuo a visualizzare mentalmente tutto l'anno per riuscire a far fronte alla stagione fredda. Quattro/cinque mesi di premio per avere resistito un intero inverno!
    L'estate sono i miei pantaloncini, al di sopra di tutto. Indossarli e uscire fuori, che spettacolo!

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    1. È un film molto carino, soprattutto per l'ambientazione.
      Hai ragione, anche per me l'estate è un po' la meta sognata per tutto l'anno, quando fa freddo e ho l'umore sotto le scarpe. Quando iniziano le giornate di sole ricarico le batterie.
      Mi sa che abbiamo una visione simile della bella stagione. :)

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  8. Uffa, avevo lasciato un commento ma blogger si è bloccato :/
    Comunque come al solito, Elena, bellissima recensione, mi hai fatto venire voglia di vedere questo film, cercherò di procurarmelo al più presto.
    Per me poi l'estate è una stagione speciale, pur non amando il caldo, anzi lo soffro molto, amo il sole, le lunghe giornate, il mare e l'odore di salsedine, le passeggiate sulla spiaggia e le mangiate di pesce, il gelato e le vacanze. Con i miei non viaggiavamo molto durante l'anno, ma le ferie d'agosto non mancavano mai, quindi io ho questi ricordi dell'estate: le valigie, le partenze e i lunghi viaggi in notturna in auto, le giornate di mare e le visite alle città d'arte, armarsi di macchinetta fotografica e scoprire nuovi luoghi. L'estate per me è il viaggio, per questo la amo molto.
    Le mie sono tutte sensazioni personali, ma penso che molti aspetti siano abbastanza condivisi, anche se ovviamente è diverso dal comune sentire in Giappone, per certi versi abbastanza "standardizzato", se così si può dire.
    A presto Elena, spero di riuscire a vedere presto il film! :)

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    1. Che rabbia quando blogger fa i capricci, ti capisco! :(
      Sono felice che la recensione ti sia piaciuta, il film in sé forse non è un capolavoro, ma l'atmosfera generale secondo me è resa benissimo e merita una visione.
      Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi dell'estate, forse è la mia stagione preferita nonostante il caldo, e mi piace leggere cosa porta alla mente alle altre persone.
      Come dici tu molte cose anche per noi in Italia sono condivise (basti pensare ai ricordi legati al mare), ma ci manca quel sentire comune legato a ogni stagione proprio dei giapponesi.
      A presto Dany! :)

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  9. Mi sembra un'ottima analisi. Bisogna anche dire però che la cultura giapponese tende a creare uno standard unico che a noi manca, nel male, ma anche nel bene.

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    1. Vero, è una società molto più uniforme della nostra sotto tanti punti di vista.

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