05/10/12

Giapponesi, prime impressioni

Si dicono tante cose sui giapponesi, esistono numerosi stereotipi sul loro carattere e modo di fare, ma da qui mi piacerebbe farmi un'idea senza essere troppo influenzata da ciò che so per sentito dire. Camminando in mezzo a loro provo ad osservarli, così come loro spudoratamente osservano me, per capire come rapportarmi con loro nel migliore dei modi.

Gion-shijo



Dopo i primi giorni a Kyoto mi sento di confermare che, ogni volta in cui si è clienti o fruitori di un servizio, si viene trattati da re. Capita anche che qualcuno si impegni più di quanto sarebbe tenuto a fare: il tassista che mi ha portata dalla stazione al mio appartamento, non conoscendo la strada, ha telefonato al padrone di casa - sbagliando numero più volte, perché loro non scrivono le cifre nel nostro stesso modo - per farsela spiegare e portarmi proprio davanti alla porta di ingresso.

night alley kyotoVero è anche che, se si sta in mezzo alla strada guardando una mappa con espressione smarrita, qualcuno spesso si avvicinerà ad aiutarvi. Nel nostro caso si è trattato di un giovane sararīman (i tipici colletti bianchi giapponesi) evidentemente desideroso di mettere alla prova il suo inglese, peraltro piuttosto buono.

L'apice della nipponica gentilezza l'ho sperimentato ieri, quando un signore in procinto di lasciare la città ha fermato noi tre, baka gaijin (stupidi stranieri), e ci ha regalato tre biglietti dell'autobus giornalieri che a lui non sarebbero più serviti.

Una cosa su cui invece mi sento in parte di dissentire è l'idea che i giapponesi rispettino pedissequamente le regole; se lo fanno, smettono nel momento in cui salgono su una bicicletta. Le biciclette sono le regine del marciapiede. Passano a due centimetri dai pedoni, sfrecciano come razzi, ti arrivano dietro silenziose e poi ti scampanellano spaventandoti a morte. Durante il primo incontro di orientamento alla vita in Giappone, ci è stato consegnato un foglio con cinque regole per la sicurezza in bici. Ecco, da "as a general rule, ride on the street not the side walk" a "do not listen to music and do not use mobile-phones", ho visto giapponesi infrangere ogni singolo punto di quella lista.
Sono forse regole che valgono solo per gli stranieri? Lo scoprirò presto, è giunta l'ora per me di diventare una ciclista.

28 commenti:

  1. "Capita anche che qualcuno si impegni più di quanto sarebbe tenuto a fare"
    verissimo.. come anche gli inchini in tutti i luoghi pubblici in cui si usufruisce di un servizio o in luoghi turistici. Gli inchini sono quasi fastdiosi per noi.. chi sono io perchè tu ti debba inchinare a me? Fa sentire quasi in imbarazzo.

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    1. Ciao Eugi!
      È vero, anche per me è quasi imbarazzante a volte tutta questa cortesia estrema nei miei riguardi, immagino sia questione di farci un po' l'abitudine, visto che qui è così dappertutto. Anche entrare in un negozio e vedere due o tre commessi che si girano e salutano all'unisono mi fa un po' strano.

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  2. Prenderai una bicicletta per spostarti?

    Anch'io so che sono molto gentili e premurosi, anche perché i clienti sono molto esigenti sui servizi. Per quanto riguarda l'inglese invece so che si vergognano un po' se non lo sanno alla perfezione (per cui il tuo uomo doveva saperlo veramente bene) e piuttosto evitano di parlare...penso sia una regola generale degli orientali: lo dico perché mio cognato, l'ultima volta che ha preso un aereo (penso Emirates) dalla cina al giappone si è trovato con delle hostess cinesi sull'aereo che prima di rivolgergli la parola si sono riunite in gruppo e hanno "sorteggiato" chi tra loro avrebbe dovuto parlare inglese con "lo straniero".

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    1. La bici ce l'ho inclusa nel prezzo dell'appartamento, il problema è che non avevo valutato le salite e discese continue di questa città, che a piedi non sono un problema, ma per una ciclista inesperta come me lo diventano eccome!

      Probabilmente come dici tu si vergognano un po', ma è anche da dire che secondo me proprio non lo sanno, non capiscono cosa gli stai chiedendo. Credo che a scuola studino la grammatica alla perfezione, ma nessun vocabolo e nessun esercizio di conversazione, quindi a meno che uno non lo usi per lavoro (come l'uomo che ci ha fermati) è difficile che possano parlarlo.

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  3. E' sempre molto interessante sapere cosa pensano i non giapponesi del Giappone. ^____^
    Riguardo la bicicletta anche secondo me è stupido che vadano su marciapiede.

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    1. La prima impressione generale è che tutto funzioni sempre nel modo giusto. Poi, scavando un po' di più, si vede il lavoro delle singole persone che sta dietro a questa perfezione.
      A parte per le biciclette. :)

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  4. Confermo in pieno tutto, ho avuto le tue stesse impressioni!! Cortesia a mille ma sono rimasta traumatizzata e terrorizzata dalle biciclette!! Vanno velocissimi sui marciapiedi, ti sfiorano e ti guardano anche un pò male...mi ha stupito molto! Se decidi di usare la bicicletta, vendicami!! Sfiorane almeno un paio per me! XD

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    1. Non essendo abituata ad andare in bici, se volessi tentare di sfiorarli finirei probabilmente per investirli in pieno, e non sarebbe una bella esperienza credo! XD
      Secondo me quando salgono in bici alcuni vengono posseduti da una forza maligna, sarebbero persone adorabili a piedi, ma su due ruote devono governare il mondo!

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  5. Considerando quante multe ho visto sulle biciclette parcheggiate in divieto direi che l'idea dei giapponesi assolutamente ligi alle regole è un mito da sfatare!! A Tokyo dovevo fare attenzione sui marciapiedi, siccome sfrecciano in bicicletta anche dove non c'era la pista ciclabile. Ma ci si fa l'abitudine. Invece sono maestri nell'arte di stare in coda (si mettono in coda anche da soli, anche dove non sarebbe necessario) e io li amo per questo!

    Ti dirò, in qualche negozio dei centri commerciali i "Benvenuti" strillati a ripetizione dalle decine di commesse alla lunga mi sono sembrati meccanici e fastidiosi...

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    1. Qui anche in marciapiedi piuttosto stretti le bici passano tranquillamente, a velocità sostenuta, e più di una volta le ho viste avvicinarsi davvero tanto a qualche pedone. Però sembra che sappiano ciò che fanno, quindi mi limito a spostarmi quando mi scampanellano e amen.
      Anche a me piace molto come fanno la coda, trovo tutto molto ordinato e rispettoso.
      E eviterei volentieri di ricevere un benvenuto così ogni volta che entro in un negozio, però stimo le commesse che riescono ad avere quel tono allegro e squillante per tutto il giorno, io non ce la farei mai.

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  6. Allora mi sa che noi siamo stati fortunati :D Non abbiamo mai trovato bici pazze :D
    In compenso a Kyoto mi ha sconvolto la gente che dormiva in auto con il motore acceso :-| Ok che faceva caldo e l'aria condizionata fa piacere, però..ecco... proprio nella città del famoso Protocollo... :-|

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    1. La gente che dorme in macchina per ora non l'ho vista, e nonostante qui sia ancora caldo non ho ancora avuto a che fare con la famigerata aria condizionata al massimo. Non so come fosse prima, ma da quel che sto vedendo mi sembrano meno spreconi di come immaginassi.

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  7. E' vero che in genere sono gentilissimi, ma io non sono sempre stata fortunata, ogni tanto quando chiedevo informazioni la gente faceva la faccia schifata e se ne andava.
    Bici pazze non ne ricordo, ma forse è anche che sono abituata a Milano.

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    1. Anche a Milano come qui la gente è sempre di corsa, quindi per te non sarà stato tanto traumatico!
      Le persone per strada in effetti a volte sembrano diffidenti, ma io ho chiesto quasi sempre informazioni a qualcuno che stava lavorando (ad esempio quelle guardie che stanno a sorvegliare qualunque cosa, non capisco bene perché) e si sono sempre sforzati al massimo per farsi e farmi capire.

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  8. Come a Pisa, dove il pedone vince su tutto tranne che sulla bicicletta e l'autobus :P

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    1. Bisognerebbe inventare un gioco tipo carta-sasso-forbice: il pedone vince sull'auto, ma perde sulla bici, che perde sull'autobus. :)

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    2. Noi - pisani - per spiegare ai non pisani come funziona di solito usiamo l'espressione "è come negli scacchi, solo al contrario. Qui il pezzo più forte è il pedone, che può muovere come la regina purché non sia in prossimità di un cavallo (la bicicletta) o di un autobus (una torre)".
      Il problema è che quando poi vai fuori Pisa, e come me sei abituato a questa situazione, ti ritrovi disorientato dalle normali regole del traffico. La mia tre quarti non smette mai di riprendermi per come attraverso la strada a Torino... e ha ragione >.<''

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    3. Non avevo idea che a Pisa funzionasse così, in effetti nelle altre città il pedone deve stare attento a tutti, non solo alle bici e agli autobus, ma anche alle auto selvagge sulle strisce pedonali...

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  9. Confermo tutta la cosa della gentilezza, anche noi siamo rimasti stupiti varie volte ^^ Sulle bici non posso che dire che sono dei beceri principianti rispetto agli Olandesi: loro sì che vanno come dei pazzi (spesso con i bambini montati in una specie di carrellino anteriore da usare occasionalmente come sperone). A volte non c'è proprio la strada per i pedoni e, ti assicuro, a quel punto è più saggio camminare in strada (tanto macchine non ne passano quasi) o farsi una nuotata nel canale piuttosto che calpestare la pericolosissima pista ciclabile XD
    In Giappone abbiamo beccato solo un paio di ciclisti spericolati a Tokyo ma, in my opinion, erano in ritardo per andare al lavoro ;-P

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    1. Se erano in ritardo per il lavoro allora li giustifico, immagino che qui sia una delle più grosse vergogne che possa capitare.
      In Olanda non sono mai stata, ma è risaputo che lì le bici regnano incontrastate come padrone della strada, e i poveri pedoni devono rassegnarsi a questo dominio e ritagliarsi spaziettini dove possono. Ahaha i bambini usati come sperone non li avevo ancora sentiti, ora sono curiosa di vedere la scena!

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    2. La gentilezza dei giapponesi *w* Un mito che con piacere non vedo sfatato !
      Quanto mi piacerebbe avere l'occasione di sperimentarla io stessa :')

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    3. Soprattutto quando tu sei un cliente, la loro gentilezza è davvero estrema: cercano di venirti incontro in ogni modo nonostante i problemi con la lingua, si fanno in quattro per aiutarti. Ti auguro di sperimentarla presto tu stessa!

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  10. Sì ma i ciclisti in Giappone sono dei criminali XD Io l'ho sempre detto: i più grandi pericoli del Giappone sono i ciclisti e le vecchiette ai matsuri!

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    1. Le vecchiette ai matsuri ancora mi mancano, ma farò in modo di sperimentare anche loro! Se possono competere coi ciclisti devono essere veramente pericolose!

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  11. La "proverbiale gentilezza giapponese" è un mito, ve l'assicuro... Certo, è davvero "proverbiale" perché a loro piace parlarne, usano il termine "motenashi no kokoro", lo spirito dell'accoglienza (ma, ehi, a quei prezzi, vorrei ben vedere! XD)
    Comunque, una cosa è UN tassasista, UN salaryman e UN signore (notare il maschile) che fanno un favore a delle ragazze carine (e metto le mani avanti nel caso qualcuna si sottovalutasse: straniera = carina)... Tutt'altra cosa è l'autentica gentilezza.

    A Kyoto io e mio fratello sentivamo di camminare in una sorta di bolla-respingi-giapponesi... un salaryman, un uomo di 25-30 anni, alto e atletico... ha messo un piede in fallo in un canale di scolo pur di evitare me e mio fratello (lui bassino, io con l'aria da pacioccone inoffensivo). Gentilezza? No, ha cercato di passarci il più lontano possibile, 2 metri o giù di lì... un altro salaryman, sui 40, ha fatto lo stesso... finendo a strisciare sul muro (sempre a +2 metri da noi).
    Per carità, ho incontrato anche alcune SPLENDIDE persone, ma le due cose - come ovunque credo - si bilanciano...
    Mitizzare il Giappone è un rischio che corriamo tutti, tra appassionati, quando a volte avere un paio di belle esperienza che ci restano dentro è solo un caso... Le raccontiamo, però, e finiamo per illudere qualcuno che al suo prossimo viaggio resterà deluso... e magari per farci insultare da quel branco di haters che appena sente dire Giappone ci inquadra come Giappominkya (ossignore, quanto li odio, biliosi rompiscatole che non sanno cosa siano le differenze culturali e riversano sugli altri le loro insoddisfazioni).
    Ok, scusate il bagno di cinico realismo, ma ogni tanto non fa male, no? ^^;;

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    1. Ciao e grazie per il commento! Ogni opinione è bene accetta, e comunque questi sono singoli casi, episodi che mi sono capitati e mi hanno stupita. La gentilezza estrema è quasi d'obbligo quando si è clienti, in qualunque contesto. Per il resto capita di incontrare persone gentili (ma anche in Italia mi è capitato che qualcuno mi regalasse un biglietto del bus che non usava più), oppure persone così desiderose di utilizzare la loro conoscenza dell'inglese da avvicinarsi a qualunque occidentale con qualunque pretesto.

      Del resto questo è solo il post numero uno sui giapponesi, e ne arriveranno altri, probabilmente di tono diverso. Ho già notato l'atteggiamento di alcuni nei confronti dei gaijin, un misto di terrore (quando si entra in un negozio e non sanno se saprai esprimerti nella loro lingua), indifferenza e fastidio. Più di una volta, quando mi mettevo in fila per pagare alla cassa o per salire sull'autobus, mi è capitato che mi passassero tranquillamente davanti, come ignorando la mia esistenza. Alla faccia delle buone maniere.

      Sono ben lontana dal mitizzare il Giappone, sono venuta qui proprio per farmene un'idea mia, soggettiva certo, ma almeno basata sulla conoscenza. Non ho intenzione di illudere nessuno facendo credere che questo sia un paese delle meraviglie, e man mano che li noterò farò in modo di mostrarne anche gli aspetti negativi. Per quanto riguarda gli haters che mi vorranno dare della giappominchia, facciano pure, del resto haters gonna hate...
      Grazie ancora per aver condiviso la tua esperienza, ogni punto di vista è prezioso! A presto.

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  12. Vedo che sono arrivato tardi e hai già visto l'ura del Giappone, l'opposto dell'omote, la facciata^^
    Sì, le scene nei konbini sono spesso poco edificanti... me ne sono capitate due in particolare... Avrai notato che salutano automaticamente chi entra... un paio di volte mi è capitato che alzassero gli occhi e vedendo entrare due stranieri gli morisse la voce in gola e mi guardassero per un attimo con gli occhi sbarrati, come se gli avessi appena comunicato che in un incidente avevano perso genitori, fratello, sorella e fidanzata.
    Ah, l'altra cosa è un tipica pratica basata forse sull'idea che al di fuori del Giappone non esiste legge... Se c'è poca gente, ma due commessi, uno smette di stare alla cassa e ti segue per vedere se rubi.
    Che poi è strano... Kyoto è una città turistica, con un flusso di turisti spaventoso (milioni di persone all'anno), quando si abitueranno agli stranieri? °_°
    In questo senso Tokyo è meglio... nessuno degna di uno sguardo nessuno, niente bolla-respingi-giapponesi... anzi inizi a rimpiangerla perché sono capaci di urtarti e fregarsene. Però anche se a Tokyo non ho avuto simili episodi, preferivo Kyoto... a Tokyo vanno tutti in giro guardando in terra (più spesso il cellulare, ma siamo lì), come se abbassare la testa gli desse più aerodinamicità e quindi più velocità per arrivare a lavoro, mentre a Kyoto, boh, l'aria era più leggera... forse perché i più erano turisti in vacanza? Non saprei... forse è solo che c'era più sole e il resto è una mia fantasia, ma tant'è...^^;;

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    1. In generale, essendo una ragazza, non devono considerarmi troppo un pericolo, semmai una preoccupazione in caso dovessi chiedere informazioni in inglese. Lì è il panico. :)
      Anche io mi sono stupita del fatto che, nonostante Kyoto sia una città molto turistica, agli occidentali capiti ancora spessissimo di sentirsi osservati. In realtà in centro succede molto meno, ma dove vivo io, che è una zona più residenziale a qualche chilometro dalle strade principali, ogni giorno mi succede di essere guardata con aria sorpresa e curiosa (nel migliore dei casi). Dopo un po' non ci si fa più caso.
      A Tokyo non sono ancora stata, quindi non saprei dire, ma ho preferito la dimensione più umana di Kyoto e per ora non me ne pento.

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