Lo shite di Kiyotsune |
Non è stata una "prima volta" soltanto per me: sabato 29 giugno il dr. Diego Pellecchia è stato il primo italiano nella storia del Noh a interpretare lo shite (protagonista) in un Noh completo. Sono stata felice di avere avuto la possibilità di assistere a questa messa in scena di Kiyotsune, a suo modo un momento che entra a fare parte della storia delle relazioni tra i due paesi che per me sono "casa".
Pur parlando da profana, totalmente a digiuno di termini di paragone, l'interpretazione mi ha lasciato una profonda impressione. Forse la mia recente tendenza a empatizzare mi ha fatto immaginare come dovesse sentirsi l'attore, e di conseguenza mi sono emozionata più di quanto credessi.
Devo dire che non sapevo esattamente cosa aspettarmi, se l'esperienza mi sarebbe piaciuta, se mi sarei addormentata - come tanti giapponesi - dopo dieci minuti. La mia conoscenza del Noh si limita alla teoria, ai testi che ho letto mentre scrivevo la tesi sulla mia amata Rokujō, e sapevo per certo che non sarei stata nemmeno in grado di comprendere i dialoghi.
Il dio Inari, nochi-shite di Kokaji |
Il Noh è una forma d'arte che necessita di erudizione per essere compresa appieno, e io di certo non ho gli strumenti per farlo. Nonostante tutto l'ho apprezzato moltissimo, senza annoiarmi nemmeno per un minuto.
Il maestro Udaka Michishige |
Una cosa che ho notato, e spero di non dire castronerie ma è un'impressione troppo forte per togliermela dalla testa, è la differenza tra le performance dei maestri e quelle dei - pur bravi - allievi. Nel momento in cui è salito sul palco Udaka Michishige-sensei (fondatore dell'International Noh Institute) la distanza abissale tra lui e gli altri è stata palese. I suoi movimenti erano più definiti, il suono dei suoi piedi sul palco più preciso, ma soprattutto la qualità della sua voce, la potenza con cui arrivava agli spettatori, era unica. Vederlo sul palco è stato un privilegio che non dimenticherò facilmente.
Lo shite di Shōjō |
Ciliegina sulla torta della mia due giorni di Noh è stato assistere alla recita di Kurozuka, nella quale è utilizzata una maschera Hannya - la stessa che indossa Rokujō in Aoi no ue, ovvero la maschera della donna-demone. Chi mi conosce, o forse anche chi segue il blog da un po', sa che ho delle fissazioni, delle passioni a volte senza ragione, spesso legate al solo istinto, come quella per il Miroku Bosatsu. Ecco, quella per la maschera Hannya è un altro esempio. E anche se lo so, che alla fine gli esorcismi buddhisti sconfiggono sempre il demone, io non posso fare a meno di tifare per lui.
Il nochi-shite di Kurozuka, con la maschera Hannya |
Che bella esperienza deve essere! Io ho in mente da un po' di andare a vedere qualcosa al Globe, anche perché costa come andare al cinema e a volte meno... Per ora non posso comunque permettermelo, ma ti dico solo che quando ci passo vicino mi commuovo solo all'idea.
RispondiEliminaQuesta è una delle esperienze che mi ero prefissa di fare qui, ed è stato ancora meglio di quanto credessi.
EliminaNon sapevo che i biglietti per il Globe costassero così poco! Spero tu riesca ad andarci presto, e ovviamente attendo racconti dettagliati.
...è il cinema che costa tanto ;-P
EliminaAh, ecco! Quello anche qui!
EliminaChe meraviglia, piacerebbe anche a me vedere uno di questi spettacoli!
RispondiEliminaIo qualche settimana fa ho visto dalle mie parti un "concerto" se così si può chiamare di Taiko, i tamburi giapponesi... meraviglioso!!!
Adoro i taiko, sono stata a uno spettacolo di ragazzi di una scuola media e mi è piaciuto tantissimo. Poi altro che fare palestra, ci si fa un fisico invidiabile a battere su quei tamburi!
EliminaHo avuto modo di vedere una rappresentazione due anni fa a Nara. Non sapevo niente del No. Devo dire che è stata veramente ardua. Mi sono addormentato più volte. Sia perché non avevo idea di cosa stesse succedendo (non parlo giapponese) sia perché la assurda ripetitività e lentezza del genere inducono uno stato di torpore incredibile. Oltre alla mancanza di qualunque effetto scenico o attività. Ci avevano in effetti chiesto meravigliati al botteghino se davvero fossimo intenzionati ad acquistare i biglietti e ci avevano avvisato che sarebbe stato difficile per degli occidentali. Infatti a noi pochi occidentali ci hanno messo nelle file dietro. Alla prima interruzione (dopo un ora e mezza!) ce ne siamo scappati con mille inchini di scuse. Adesso me lo sto studiando per capirci qualcosa...altrimenti è impossibile apprezzarne qualsiasi aspetto!
RispondiEliminaCiao Marco, grazie per il commento.
EliminaIo avevo letto qualche libro a riguardo e sapevo qualcosa dalle ricerche sulla mia tesi di laurea, quindi la lentezza e l'apparente mancanza di azioni non mi hanno stupita. In realtà, pur non capendo i dialoghi, a me la solennità della rappresentazione ha fatto molto effetto, non l'ho trovato noioso e se avessi l'occasione ci tornerei. Ma credo dipenda molto dal gusto personale, capisco che possa risultare una visione ostica.
Che bella esperienza deve essere stata! Ammetto che io ho sempre rifuggito il teatro giapponese, non sono propriamente appassionata del genere, all'epoca dell'uni tentai anche un esame sul noh e su Zeami (!!) ma non ce l'ho proprio fatta, è più forte di me! Comunque ho deciso che dovrò recuperare questa (grave!) lacuna!! :P
RispondiEliminaQuest'autunno a Roma ci sarà una rappresentazione di Bunraku... Il teatro delle marionette mi perplime, ammetto, però si tratta di un'occasione unica e credo non me la farò sfuggire... Ovviamente, se passi per Roma in ottobre, sei ufficialmente invitata!! ;)
Un abbraccio cara!! ^^
Per qualche ragione il noh mi ha sempre affascinata, non so se siano le maschere, il fatto che gli attori sul palco assumano un'identità nuova solo ponendosele sul viso, o proprio la lentezza. Da quando ho letto Maschere di donna di Fumiko Enchi mi sono detta che non potevo perdermi l'occasione di vedere una rappresentazione.
EliminaAnche vedere una rappresentazione di Bunraku mi piacerebbe molto, proverò a informarmi. Sarebbe bellissimo partecipare all'evento a Roma, ma chissà se avrò mai tempo. In ogni caso grazie mille per l'invito!
Ti abbraccio, a presto!
Wow, un italiano attore di noh! *O*
RispondiEliminaAnche a me piacerebbe provare a vederne uno spettacolo, ho visto solo degli spezzoni in video.
Avevo risposto a questo commento ma si deve essere cancellato, riprovo:
EliminaAnche io sono stata molto colpita dal fatto che un italiano abbia avuto la parte del protagonista.
Se ti capita l'occasione - anche se non so se in Italia ci sia la possibilità di vedere qualche rappresentazione - prova assolutamente!
Quando sono stata in Giappone mi sarebbe proprio piaciuto assistere ad uno spettacolo di teatro tradizionale ma credo che la Dolce Metà si sarebbe suicidato alla proposta XD
RispondiEliminaLa prossima volta magari ci provo a proporglielo comunque ^^
Capisco benissimo, io non infliggerei mai al mio ragazzo una simile "tortura" perché so che per lui sarebbe proprio tale. Infatti sono andata da sola, nemmeno i miei amici qui probabilmente avrebbero retto a una giornata chiusi a teatro.
EliminaNon sono appassionata di teatro in generale, ma uno spettacolo così mi piacerebbe vederlo.
RispondiEliminaDovrei andarci da sola però, in famiglia certi "gusti raffinati" non sono capiti nè tanto meno condivisi!
Il teatro occidentale solitamente non appassione neanche me, questo è proprio molto diverso, anche solo la forma esteriore ha un suo fascino particolare. Queste sono esperienze che anche fatte da soli danno soddisfazione, se ti capita l'occasione prova!
EliminaBellissimo *_* Anche a me piacerebbe tanto vedere uno spettacolo Noh, ma il io ragazzo si rifiuta di portarmi D:
RispondiEliminaPer queste cose infatti non faccio affidamento sulla mia metà, anche perché poverino non voglio infliggergli la pena di vedere uno spettacolo che probabilmente troverebbe noioso. Certe volte anche essere da sola non mi dispiace in queste situazioni.
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