11/09/12

Recensione: Still Walking

Still walking
歩いても 歩いても Aruitemo aruitemo
Hirokazu Kore-eda
Giappone, 2008

Ogni anno, nell'anniversario della morte del primogenito Junpei, la famiglia Yokoyama si ritrova a casa degli anziani genitori per commemorare il defunto. Ryota (Hiroshi Abe) si presenta per la prima volta insieme alla sua nuova compagna e al figlio di lei, avuto da un matrimonio precedente.

Aruitemo aruitemo racconta una storia semplice, quotidiana, senza scossoni: un gruppo di parenti si riunisce una volta all'anno e in quel momento riemergono le insoddisfazioni, i segreti celati, la difficoltà nel rapportarsi con gli altri che si fa evidente nelle risposte fredde e mozze, nelle allusioni appena abbozzate.

Al centro dello sguardo di Kore-eda sta la famiglia, o meglio le famiglie, i diversi nuclei che si trovano a condividere gli spazi di casa Yokoyama; in questo, nell'approccio assolutamente naturalistico alla vicenda e nello stile sobrio e controllato, il regista ricorda in qualche modo Yasujiro Ozu.

Still walking
L'attenzione è rivolta in particolare al rapporto conflittuale tra l'anziano capofamiglia, medico in pensione, e il secondogenito Ryota, che non ha voluto seguire le orme del padre e soffre per la spiccata predilezione del genitore nei confronti del fratello defunto, la cui superiorità è continuamente rimarcata. La morte di Junpei ha infranto le speranze del padre di poter lasciare in eredità il suo studio a un figlio, e nello stesso tempo ha messo Ryota di fronte a un rivale inarrivabile, idealizzato e impossibile da fronteggiare.


La morte di un parente giovane, emblema della caducità della vita, diventa il fulcro dei ricordi dei suoi cari. La memoria e i suoi effetti sulle persone sono analizzati con precisione, attraverso uno sguardo attento alla psicologia dei protagonisti. Lo scorrere del tempo, inarrestabile per tutti, lascia dietro di sé rimpianti, cose non dette, desideri infranti nello scontro con la realtà: aruitemo aruitemo, anche se cammini e cammini, non sempre riesci ad arrivare alla meta che ti eri prefisso. A volte eventi inaspettati si mettono di traverso sul tuo percorso, la vita ti piazza davanti ostacoli difficili da superare, e la tanta strada fatta finora sembra non averti portato da nessuna parte. Non per questo, però, puoi smettere di camminare.
Voto: 8-

12 commenti:

  1. Nellla sua "quotidianità" sembra molto intenso... ma sì, anche questo in lista d'attesa ;)

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    1. È una storia molto realistica e raccontata in modo estremamente naturale, e proprio per questo di sicuro riesce ad essere intensa. A me è piaciuto molto.

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  2. Mi ci vedo un po' (un po' tanto)in questa storia - senza nessun parente defunto, per fortuna-. I conflitti non risolti sono alla base dei miei scompensi affettivi. Non so se me la sento di guardarlo, senza fare spoiler mi puoi dire almeno se finisce bene o male?

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    1. Come molti film giapponesi non ha una storia in evoluzione, è l'osservazione di momenti di quotidianità all'interno della famiglia. Il finale è amaro e lascia tutto piuttosto irrisolto.

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  3. Uhm, non so. Ho problemi simili a quelli di Ciccola.

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    1. Se rischia di tirare fuori dei problemi irrisolti forse è meglio lasciare stare, ognuno ha i suoi punti deboli e toccarli con un film è sempre rischioso.

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  4. A me, invece, il tema ispira decisamente molto. L'idealizzazione del caro estinto e il fatto che, proprio perchè morto non possa più sbagliare, sono elementi con cui prima o poi ci si deve scontrare.

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    1. Il modo in cui Kore-eda tratta questo tema è molto interessante, ha una sensibilità acutissima e riesce a indagare in modo realistico nella mente personaggi che crea.

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  5. La copertina mi ha fatto pensare ad un film d'animazione in un primo tempo xD Mi sono guardata intorno sconvolta chiedendomi "perché non lo conosco? Che succede?" poi mi sono rassicurata!
    Film interessante, mi piace in particolar modo il tema del tempo. Da recuperare!

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    1. Avendo un debole per l'animazione e le illustrazioni ho scelto quella locandina, nella sua semplicità racchiude bene lo spirito del film. L'idea del tempo che passa interessa molto i giapponesi, e in questo film è trattata con una naturalezza incredibile.

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  6. Il secondo film di Hirokazu Kore-eda che ho visto, dopo Nessuno lo sa (che mi ha spezzato il cuore!). Regista che ha davvero molto a cuore la disamina delle dinamiche familiari, visto poi i successivi Father and Son e Our Sister. Credo che la perfezione l'abbia raggiunta con Father and Son, comunque, di una delicatezza e profondità incredibili.

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  7. Il secondo film di Hirokazu Kore-eda che ho visto, dopo Nessuno lo sa (che mi ha spezzato il cuore!). Regista che ha davvero molto a cuore la disamina delle dinamiche familiari, visto poi i successivi Father and Son e Our Sister. Credo che la perfezione l'abbia raggiunta con Father and Son, comunque, di una delicatezza e profondità incredibili.

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