06/04/14

Recensione: 5 Centimetri al secondo

- Dicono sia cinque centimetri al secondo.
- Eh? Che cosa?
- La velocità a cui cadono i fiori di ciliegio. Cinque centimetri al secondo.

秒速5センチメートル Byōsoku go senchimētoru
Makoto Shinkai
Giappone, 2007

5 Centimetri al secondoTakaki e Akari si conoscono e si innamorano tra i banchi di una scuola elementare di Tokyo, e trascorrono le giornate insieme finché il trasferimento dei genitori di lei non li separa. I due continuano a scriversi lettere, e si incontrano un’ultima volta prima che anche lui traslochi lontano, a Kagoshima. Nonostante il passare del tempo, il cuore di Takaki non sa staccarsi dal ricordo dell’amica e, anche durante l’adolescenza e l’età adulta, una parte di lei occupa costantemente i suoi pensieri.

5 Centimetri al secondo

5 cm per second, secondo lungometraggio di Makoto Shinkai e vincitore del Future Film Festival nel 2008, è diviso in tre segmenti che raccontano tre diverse età del protagonista, differenti luoghi ed esperienze, sempre accomunati da un amore talmente idealizzato da separarlo in qualche modo dalla vita e dai sentimenti reali, rendendolo inaccessibile a chiunque provi per lui qualcosa di concreto e ancorato testardamente a una corrispondenza ormai soltanto immaginaria con Akari.
Il regista declina ancora una volta il tema della distanza: dalla persona amata, da se stessi, dagli altri.

5 Centimetri al secondo

I cinque centimetri al secondo del titolo sono la velocità a cui cadono i petali di ciliegio, la rappresentazione dell’impermanenza di ciò che è bello e prezioso. Si tratti di un sakura o di un amore, non fa differenza: quando tutto quello che resta è il ricordo, si può decidere di andare avanti e seguire la propria felicità attraverso le stagioni, o di guardarsi indietro ancora una volta, soltanto per accorgersi che non c’è più nulla ad aspettarci dall’altra parte.

5 Centimetri al secondo

I fondali di Shinkai, ma che ve lo dico a fare, da soli valgono la visione del film, mentre il character design è qui ancora un po’ immaturo (ma farà passi da gigante, fino ad arrivare ai livelli di Kotonoha no niwa). Quello che manca, come anche nella maggior parte degli altri lavori del regista, è quel qualcosa in fase di scrittura in grado di dare maggiore spessore ai personaggi, che rimangono invece quasi bidimensionali. Ne esce un film impalpabile, che sfiora più che toccare, proprio come un petalo leggero caduto per caso sul palmo della mano e altrettanto per caso fatto volare via dal vento prima di poterlo afferrare.

10 commenti:

  1. Gli scenari sono WOW! Forse il character design risente dell'incompletezza stessa dei caratteri nella storia..
    PS: impermanenza---> l'ho dovuto cercare su un dizionario XD

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    1. Visivamente sono certa che ti piacerebbe molto. È vero, i personaggi sono incompleti sia nell'aspetto che nella caratterizzazione, non ci avevo mai pensato.
      Impermanenza è un termine utilizzato nel buddhismo, quindi l'ho trovato più volte studiando all'università. :)

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  2. Questo post mi ha fatto venire nostalgia. E' un film che ho visto tanto tempo fa, e che mi è piaciuto molto. Quasi quasi lo riguardo :P

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    1. Per la nostalgia questo film è perfetto, ha proprio l'atmosfera giusta. Ogni tanto anche io ho il bisogno di riguardare i film che mi sono piaciuti a distanza di un po' di tempo, scopro sempre aspetti nuovi.

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  3. Ciao Elena,
    è la prima volta che lascio un commento sul tuo blog, sempre piacevole ed interessante. Complimenti davvero.
    Non potevo fare altrimenti, dal momento che, nel tuo post di ieri, hai scelto di parlare di una delle opere che apprezzo maggiormente.
    Concordo pienamente con te, "byosoku go" sfiora appena, accarezza quasi, con i suoi ritmi esasperantemente lenti, più che colpire con veemenza. Specie nel primo episodio.
    Personalmente, trovo sia proprio per questo che incanta in maniera così forte.
    Ciao

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    1. Ciao,
      grazie mille per il commento, sei gentilissimo!
      Mi fa piacere che questo film abbia portato tante riflessioni diverse con sé. Ogni punto di vista mi dà un'altra prospettiva del film, e me lo fa apprezzare di più.
      La delicatezza è uno dei tratti peculiari e più affascinanti di questo film, i ciliegi si adattano alla perfezione a trasmettere lo stato d'animo dei personaggi. In questo di sicuro Shinkai ha colto nel segno.
      Ancora grazie, ciao!

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  4. Continuo a leggere recensioni di questo film, ma qualcosa mi trattiene sempre dal guardarlo.

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    1. Forse è uno dei film di animazione più conosciuti degli ultimi anni, quindi di tanto in tanto qualcuno ne parla. Dura solo un'oretta, se ti trovassi nel giusto stato d'animo non ti prende neanche tanto tempo. :)

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  5. Lo trovai visivamente sublime all'epoca e molto interessante da un punto di vista narrativo, sebbene un po' rude come composizione della storia. Forse perfino semplicistico. Tuttavia riusciva a rendere benissimo il concetto di distanza e direi anche di solitudine, sia oggettiva che auto imposta. Bisognerebbe rivederlo ora, a distanza di anni, per verificarne la qualità.

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    1. A livello di bellezza delle immagini Shinkai forse è imbattibile al momento. La storia però, come dici tu, a tratti risulta un po' abbozzata. Non so definire bene cosa manchi ai loro film, ma c'è sempre qualcosa che mi lascia vagamente insoddisfatta.
      Sui temi della distanza e della solitudine ci ha praticamente costruito la sua carriera, di certo sa come renderli in modo credibile.

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