18/07/12

Recensione: Scabbard Samurai

Scabbard Samurai
さや侍 Saya Zamurai
Hitoshi Matsumoto
Giappone, 2010

Il samurai Nomi Kanjuro, dopo la morte della moglie e la perdita della spada, è in fuga dai cacciatori di taglie con la figlia Tae, bambina determinatissima e degna figlia di un guerriero. Dopo essere stato catturato, Nomi è condannato a compiere il suicidio rituale se non riuscirà entro trenta giorni a far ridere il figlio del governatore locale, inconsolabile per la morte della madre.

Solitamente consiglio o meno i film che vedo in base ai gusti personali di chi legge, ma in questo caso fatevi un favore e recuperate questa perla, indubbiamente una delle più interessanti produzioni nipponiche degli ultimi anni.
Il regista, Hitoshi Matsumoto, è una sorta di "nuovo Kitano": come il grande Beat Takeshi ha iniziato la sua carriera in televisione, passando poi con successo al cinema.
Scabbard Samurai è il suo terzo lungometraggio e mostra un'abilità rara dietro alla macchina da presa, accompagnata da una fotografia eccellente e da attori notevoli.

Scabbard Samurai

Dati tecnici a parte, è la forza emotiva di questo film a farne una visione imperdibile. Saya Zamurai è fatto di contrasti netti, di ilarità allo stato puro che si scontra con il più cupo melodramma, di gag demenziali che fanno da contraltare alla tragedia della morte.
Il protagonista impiega tutte le sue risorse per evitare la condanna al seppuku, sfida il ridicolo e attinge al pozzo delle tradizionali arti performative del Sol Levante, si cimenta persino in numeri da circo, supportato dalla figlia e da due guardie che lo prendono in simpatia.
Il valore della vita e degli affetti vengono svelati poco a poco, le performance dello sgangherato samurai aprono gli occhi e il cuore di chi vi assiste, ma il suo animo di guerriero non perde di vista l'importanza dell'onore, il vero senso del bushidō. La perdita accomuna l'uomo senza spada e il ragazzino senza sorriso, ma non tutte le perdite sono uguali e non da tutte ci si può riprendere.

Scabbard Samurai

Tutti gli attori fanno un lavoro ottimo nel caratterizzare i loro personaggi, ma il protagonista Takaaki Nomi e la piccola, straordinaria Sea Kumada meritano un plauso speciale per la maniera sublime in cui danno vita a figure sfaccettate, solo apparentemente immobili, intimamente scosse da sentimenti e impulsi opposti.
Spaziando dalla commedia al chanbara, inserendo nel contesto di un genere tradizionale elementi al limite del surreale, Matsumoto riesce a non strafare e il risultato è un'opera completa durante la quale si ride e si piange, ci si riempie gli occhi, si capisce davvero cosa sia il bel cinema.
Voto: 8½

10 commenti:

  1. Risposte
    1. Di nulla, questo film mi è piaciuto così tanto che voglio proprio consigliarlo a gran voce!

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  2. Segnato! Questo mi ispira proprio. C'è già la mia Metà alla ricerca, e in questo momento mi ha giusto detto "TROVATO". Se sono fortunata riuscirò a vederlo prima di partire!
    Grazie

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    1. Ottimo, spero che vi piaccia quanto è piaciuto a me. Fammi sapere le vostre impressioni dopo averlo visto!

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    2. Lo tenevo lì da un po', tanto che quando l'ho visto non avevo più presente la tua recensione. E' FANTASTICO! Ho riso, mi sono commossa, ho adorato i personaggi. Bello, bello, bello. (Grazie, grazie, grazie!)

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    3. Che bello, sono felice ti sia piaciuto! Quando riesco a fare scoprire a qualcuno un film che altrimenti sarebbe passato inosservato sento sempre che questo blog ha una ragione di esistere. :)

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  3. Questo ce l'avevo già in lista, passo a priorità alta (sempre con i mei tempi storici ;-P)

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    1. Priorità alta assolutamente (anche se immagino che in priorità alta ci saranno già altri diecimila titoli! :D )

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  4. Segnato (mi sento sommersa di cose da fare e da vedere ma ci riuscirò..).

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    1. Mi ripeto sempre che prima o poi vedrò tutto... l'importante è esserne convinti! :)

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