29/02/12

Recensione: Hollywood Hong Kong

Hollywood Hong Kong
Il corpulento signor Chu, proprietario di una macelleria che vende maiale arrosto, vive coi suoi due figli Ming e Tiny e la scrofa Mama in una squallida bidonville ai piedi del lussuoso complesso di grattacieli chiamato Hollywood Plaza. Proprio dall'Hollywood arriverà la giovane e seducente Tong Tong, prostituta che sconvolgerà la vita della tranquilla famiglia e quella dello scapestrato Keung, amante del sesso facile con ragazze conosciute sul web.

Fruit Chan ci aveva abituati bene con lo splendido Made in Hong Kong, il cui livello pare purtroppo irraggiungibile. Anche quest'opera ha comunque più di un motivo di interesse. Come la maggior parte dei lavori del regista è ambientata nel delicato momento storico in cui Hong Kong, prima colonia inglese, passa alla Cina con lo status di Regione Amministrativa Speciale. Le conseguenze di questo passaggio erano all'epoca un'incognita, si temeva soprattutto che il processo di democratizzazione iniziato dalla Gran Bretagna e lo sviluppo economico potessero subire un brusco stop. Questa incertezza è rappresentata da Chan in sottofondo alle sue opere, nelle persone che abbandonano la baraccopoli perché presto verrà distrutta e nella vita che comunque continua, tra momenti di squallore e piccole sorprese quotidiane.



Dopo un inizio lento per ambientarsi tra le strette viuzze, le baracche in lamiera e l'odore penetrante del maiale arrosto, la storia prende ritmo e i personaggi si delineano sotto i nostri occhi. L'ambientazione è a tratti straniante, perché quelle stradine che immaginiamo fitte di vita sono in realtà spesso deserte, e i protagonisti ci appaiono soli in mezzo alla desolazione di un luogo destinato presto a morire.

Il fascino particolare di questa pellicola sta nello stridente contrasto tra momenti grotteschi e attimi intensamente poetici, tra l'aspetto quasi animalesco della famiglia di macellai sudati e il loro animo innocente e, al contrario, tra il dolce visino di Tong Tong e la sua mancanza di scrupoli.
L'universo di Chan è popolato di miserabili che tirano a campare, di ragazzine annoiate che sognano l'America, di segaioli obnubilati dal sesso, ma anche in mezzo al più cupo squallore c'è sempre un animo ingenuo che si salva, che guarda il mondo con occhi limpidi e vuole sinceramente bene al prossimo, chiunque esso sia.
Voto: 8

4 commenti:

  1. Metto in lista, sembra interessante. Per lo più sono quei "momenti grotteschi" che hanno concentrato la mia attenzione, spero di non rimanere deluso. Vedrò.

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    1. Non aspettarti un film pieno di sangue e sgozzamenti però: non succedono moltissime cose e in generale c'è aria di quotidianità (anche se è quotidianità di Hong Kong), ma c'è una situazione in particolare che è decisamente grottesca.

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  2. Metto subito in lista anche io. Prima o poi arriva la serata giusta per ogni buon film ^^

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    1. Eh sì, forse più poi che prima! Io ho liste interminabili che continuano solo ad allungarsi, non mi basterà una vita per vedere tutto!

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