10/04/12

Recensione: Haibane renmei

Haibane renmei
La città di Glie, protetta da alte mura, ospita creature chiamate Haibane, all'apparenza simili ad angeli, che convivono pacificamente con la popolazione umana locale.
L'ultima arrivata, uscita da poco dal suo bozzolo, è Rakka, che inizia la sua nuova vita cercando un lavoro e facendo amicizia con le altre abitanti della Old House. Presto inizierà a porsi domande su quella città e le sue mura misteriose e sul proprio passato, del quale non ricorda nulla. Nei momenti di difficoltà accanto a lei c'è Reki, Haibane dal passato tormentato a cui Rakka si affeziona profondamente, concedendole una fiducia cieca.

Haibane renmei è un anime in 13 episodi tratto da un set di dōjinshi di Yoshitoshi ABe. L'autore ha dichiarato di essersi ispirato a La fine del mondo e il paese delle meraviglie di Haruki Murakami, dal quale ha tratto l'ambientazione - una città circondata da mura invalicabili - e la condizione dei personaggi principali, incapaci di ricordare la propria vita precedente. I contatti col romanzo comprendono qualche altro simbolo e poco più: le due opere sono per il resto del tutto indipendenti l'una dall'altra.

Le recensioni di questa serie sono per lo più entusiastiche, ma da parte mia non mi produrrò in lodi sperticate. È vero che la trama è originale e l'idea di base è sicuramente interessante, ma ci sono elementi che mi hanno lasciata perplessa. Intanto la parte tecnica: se i colori tenui dei fondali e la gamma cromatica neutra si adattano bene all'umore generale della storia, la resa dei personaggi è tutt'altro che impressionante. Il character design è nella media, nulla da dire, ma spesso il disegno è impreciso, si fa ricorso volentieri a fermo immagine per i personaggi sullo sfondo e di tanto in tanto ci si imbatte in sproporzioni o errori anatomici. La pecca peggiore è, a mio avviso, la scarsa espressività delle figure umane, sia nei volti che nei gesti.
Per quanto riguarda la caratterizzazione psicologica, solamente Rakka e Reki sono approfondite in modo soddisfacente: la prima è la solita protagonista docilina e piagnucolosa, mentre la seconda, che a poco a poco emerge come elemento centrale, è una dura torturata dal proprio passato, che vince a mani basse la medaglia di miglior personaggio della serie. Le puntate iniziali, esageratemente didascaliche, potevano essere sfruttate meglio se ci si fosse concentrati sulla personalità delle figure secondarie, che rimangono soltanto abbozzate.

Haibane renmei
Rakka

Gli elementi portanti della storia hanno un fascino non trascurabile e diventano parte di simbolismi degni di attenzione. Glie è una sorta di purgatorio, un luogo di passaggio per gli Haibane che vi dimorano prima del "Giorno del volo", nel quale oltrepasseranno le mura per andare in un luogo sconosciuto. Nel frattempo vivono un'esistenza serena e abitudinaria, nella quale non esiste denaro e il lavoro è svolto per l'utilità comune. La natura degli Haibane, così come la loro origine, è giustamente lasciata all'immaginazione degli spettatori.
Le tematiche affrontate sono numerose e vanno dal senso di colpa all'invidia, dalla fiducia nel prossimo all'elaborazione del lutto, passando per la perdita della memoria e del proprio passato. Purtroppo le potenzialità di quest'opera si perdono a causa di una quantità di situazioni appena accennate e mai sviluppate, di domande che sorgono spontanee alle quali non è concessa alcuna risposta. Per quanto apprezzi i lavori che lasciano tanto all'interpretazione e al non detto, qui secondo me non si tratta più di scelta stilistica, ma di carenza narrativa. Tornando a Murakami, non troviamo in questo lavoro il senso di sospensione tipico dei suoi racconti, che dipingono con precisione un solo attimo fluttuante, parte di un divenire continuo. Al contrario, Haibane renmei si conclude in maniera a mio parere soddisfacente, ma lasciando dietro di sé tanti piccoli fili recisi di cui è impossibile rintracciare la matassa.

Haibane renmei
Reki

In definitiva Haibane renmei spreca l'occasione di diventare una storia strutturalmente solida ed emotivamente coinvolgente, ma visto che in tanti hanno urlato al capolavoro vi consiglio di non affidarvi soltanto al mio parere, ben lungi dall'essere assoluto, e di concedergli una possibilità.

11 commenti:

  1. a me era piaciuto parecchio. ma io sono un caso disperato, mi piace praticamente tutto... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà non mi è dispiaciuto del tutto, solo non mi ha fatta impazzire. Comunque alla maggior parte della gente è piaciuto moltissimo, magari sono solo la pecora nera della situazione. :)

      Elimina
  2. Uhm... me lo segno comunque, mal che vada non lo guardo tutto :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fai bene, una chance gliela darei, magari poi ti piace tantissimo, le recensioni che si trovano online sono davvero ottime.

      Elimina
  3. Ce l'ho in lista da una vita, devo decidermi a guardarlo. Una volta non ci facevo molto caso alla realizzazione tecnica, ora mi disturba abbastanza quando è scarsa XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Boh, forse sono io che sono abituata ai film di animazione, e ultimamente ne ho visti alcuni davvero spettacolari dal punto di vista tecnico. Questo non lo definirei proprio scarso, solo ogni tanto si perde un po' per strada.

      Elimina
  4. Ma grazie, vengo subito a vedere!

    RispondiElimina
  5. Non riesco più a guardare anime, duro solo una puntata, massimo due... ma in passato ne ho guardato alcuni. A dir la verità non mi sono mai sembrati dei capolavori, credo di non avere quello slancio in più che mi porti ad amare un anime. Se avessi guardato anch'io questo anime, forse sarei stata anche più cattiva di te ghghgh... ben fatto!!! leggendo questa piacevole critica continuerò a tenermi lontana dagli anime (ma non dai live-action °.°')...
    In ogni caso, io attendo impaziente la tua conversione al mondo dei drama (ottimo per migliorare il tuo giappo u.u')... fino a quel momento mi rotolerò dolorosamente nella poesia cimiteriale!!

    p.s. come ci si sente da laureata con tanto tempo libero? :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me non dispiacciono anche se non sono una grande esperta, ma questo ci metteva parecchio a ingranare, se fossero state più di 13 puntate non so se sarei riuscita a finirlo.
      Ultimamente mi guardo volentieri qualunque cosa in lingua giapponese sottotitolata, fosse anche La prova del cuoco versione nipponica probabilmente lo seguirei con gusto. Da tanto mi riprometto di provare coi drama, ma il mio hard disc è così pieno di film e simili da invocare pietà... però non è il caso di darsi alla poesia cimiteriale per questo! :)

      Da laureata si sta bene, ma il tempo libero a volte è troppo e un po' mi annoio, dovrei organizzarmi meglio e dedicarmi taaanto allo studio del giapponese.

      Elimina
  6. Uhm, ci penserò. Lo piazzo in fondo alla lista.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Magari in un periodo in cui hai voglia di cose molto lente e malinconiche questo ci può stare.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...