11/12/11

Off Topic: Paolo Benvegnù @ Bronson

Io lascio che le cose passino e mi sfiorino perché non sono ancora in grado di comprenderle.

Paolo Benvegnù
Fonte: Spaziorock
Forse a molti di voi questo nome non dirà nulla, ma per me Paolo Benvegnù significa molte cose. Andiamo per ordine.
Negli anni '90 anche da noi la musica è in fermento, nascono tanti gruppi che non vedranno la fine del decennio, oltre a band fondamentali come Afterhours e Marlene Kuntz. Nel 1997 viene pubblicata la pietra miliare Hai paura del buio?, ma non solo: quel vecchio volpone di Manuel Agnelli produce Rosemary Plexiglas degli Scisma. L'album si apre con la perfetta, omonima canzone ed è considerato uno dei migliori lavori italiani degli anni '90; purtroppo la band si scioglie dopo la successiva uscita di Armstrong. Non tutto il male viene per nuocere, perché scrollandosi di dosso le ceneri degli Scisma Paolo Benvegnù intraprende la carriera solista.
Benvegnù si allontana dalla sperimentazione che aveva caratterizzato il percorso degli Scisma e si rivela immediatamente un cantautore a tutto tondo, attento sia alle parole che alla musica, apprezzato dalla critica e da un pubblico affezionatissimo che lo segue fedelmente da anni.
A differenza di molti colleghi a cui piace essere anche personaggi (come il già citato Agnelli) la sua figura sul palco è insieme affascinante e familiare, non esiste quella sorta di muro trasparente che solitamente separa il palco dalla platea, la star dai fan.
Paolo è sempre autoironico, certe sere parla poco, altre fa discorsi che scoprono un cuore quasi rivoluzionario, ringrazia ogni volta con la sincerità di chi non è arrivato tanto in alto da dare il successo per scontato, si riferisce alla sua band come "I Paolo Benvegnù" per evidenziare il lavoro di gruppo che sta dietro alla sua musica e ogni volta si concede generosamente.



Paolo Benvegnù
Fonte: Spaziorock

Ieri sera al Bronson di Ravenna per me è stato il suo concerto numero dieci e sicuramente uno dei più belli. In questo tour è massiccia la presenza di brani tratti dall'ultima fatica, Hermann, forse il suo album più complesso e completo, meno immediatamente coinvolgente di Le labbra ma più intellettualmente stimolante una volta che lo si è fatto proprio. I testi di Benvegnù sono ricercati, quasi miracolosi in questo periodo di espressioni e sentimenti facili (per sua stessa ammissione usano "parole con più di tre sillabe, scusateci") senza sfociare nelle derive inutilmente pretenziose dei Baustelle. Ad ogni nuovo ascolto scopro qualcosa di nuovo, una frase che finora non mi aveva colpita e mi stupisco che i suoi concerti siano sempre una cosa per pochi intimi, che i club non si riempiano per lui come per i vari gruppetti hipster che torneranno nel dimenticatoio nel giro di un paio d'anni.
In realtà mi basta sapere che potrò continuare a godermi questo artista davvero carismatico da vicino, a ridere quando si prende in giro e ad ascoltare la sua voce familiare e rassicurante. Fidatevi: questo, in Italia, mangia in testa a tutti.

Ringrazio Dio che mi ha fatto troppo poco intelligente.

4 commenti:

  1. Accidenti, non lo conoscevo! Con te imparo sempre un sacco di cose! :)

    P.s. Adorabili le decorazioni natalizie sul blog!!!!

    RispondiElimina
  2. eh eh eh, ti stai movimentando un pò, brava! Spero che ti senta più rilassata ora (e voglio dire, era paolo benvegnù eh!) (^_._^)

    RispondiElimina
  3. @ Nega: Troppo gentile, scrivo solo delle cose che mi piacciono sperando che possano piacere anche a qualcun altro.

    @ Piperita Patty: Prova ad ascoltare qualcosa, merita veramente.

    @ Frammix: non mi dai mai una delusione! :)

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...