15/05/12

Recensione: A Bittersweet Life

Un giorno di primavera un discepolo guardava alcuni rami che si muovevano al vento. Chiese al suo maestro: "Maestro, sono i rami a muoversi o è il vento?”.
Senza neppure gettare uno sguardo a quello che il suo discepolo stava indicando, il maestro sorrise e disse: “Quello che si muove non sono né i rami né il vento. È il tuo cuore e la tua mente”.

A Bittersweet Life
(Dalkomhan insaeng 달콤한 인생)
Kim Jee-woon
Corea del Sud, 2005

Kim Sun-woo è il manager di un albergo, ma anche il braccio destro del boss Kang il quale, temendo che la sua amante Hee-soo lo tradisca, affida a Sun-woo il compito di sorvegliarla e, se i sospetti fossero fondati, di uccidere lei e il suo amante. La cieca lealtà di Sun-woo per Kang traballa di fronte all'innocenza della giovane e per la prima volta l'uomo trasgredisce a un ordine del suo capo.

L'elegante messa in scena e un impeccabile e fascinoso Lee Byung-hun (il figo, ehm... il cattivo di Il buono il matto il cattivo) sono i pilastri su cui si regge saldamente A Bittersweet Life, ennesima riflessione coreana sul tema della vendetta.
Gli ingredienti ci sono tutti: il boss senza scrupoli, il braccio destro che farebbe qualunque cosa per compiacere il suo capo, una fanciulla dagli occhi grandi per cui perdere la testa e l'immancabile sottotrama di scontri tra bande rivali.



All'inizio del film Sun-woo è un uomo saldo nelle proprie certezze, fedele in ogni sua cellula e in ogni suo pensiero al boss per cui lavora. Non conosce altro sentimento all'infuori di una totale dedizione nei confronti del lavoro, che si tratti di dirigere un hotel o di fare fuori qualche delinquente che abbia fatto uno sgarro alla persona sbagliata. Soprattutto, Sun-woo non si è mai innamorato. Non sa cosa significhi trovarsi all'improvviso a pensare a una donna, avere voglia di vederla nel mezzo della notte, desiderare di sentire la sua voce almeno per un momento. Tutto in lui è solido come una statua scolpita da un unico blocco di marmo.

A Bittersweet Life

L'imprevisto si nasconde nei piccoli gesti, in una mano che si scosta distrattamente i capelli dal viso, e quando meno se lo aspetta ecco che nel suo granitico mondo trova spazio, forse per la prima volta, la compassione. Sun-woo vacilla per un momento e il suo destino cambia, perché non importa se ha sempre svolto i suoi compiti in modo perfetto, gli errori non si possono lasciare impuniti.

Quello che finora era sembrato un placido stagno diventa in mare in tempesta. L'atmosfera del film cambia improvvisamente, irrompe il sangue, la violenza, inizialmente estemporanea e patinata, si fa brutale, calcolata, inarrestabile. Sun-woo sa che sta correndo a perdifiato verso l'inesorabile rovina, ma non vuole fermarsi: la vendetta, pur superflua, è l'unica via da percorrere per giungere a una disperata e inutile catarsi.

A Bittersweet Life

La prima metà del film, nella quale le emozioni sono trattenute e il loro ribollire all'interno del protagonista è appena suggerito, trova il suo perfetto coronamento nella seconda parte, nella furiosa reazione all'ingiustizia subita e finalmente riconosciuta come tale. Nel viaggio senza ritorno verso il suo personale inferno, Sun-woo ha infine capito che cosa valeva la pena di salvare.
Voto: 8

10 commenti:

  1. Un ottimo film, confezionato benissimo ed elegante.
    Lo rivedo sempre volentieri, senza contare che il protagonista è un signor personaggio. :)

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    1. Oltre allo stile elegantissimo è proprio l'evoluzione del protagonista che mi ha colpita di più.

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  2. Lo sai che adoro i coreani... questo film non l'ho visto però >.<' rimedierò il prima possibile :)

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    1. Pure io che non ho una passione particolare per i coreani trovo che Lee Byung-hun sia fighissimo! In questo film poi dà il massimo.

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  3. Ne avevo già sentito parlare, lo metto in lista!

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    1. È un film abbastanza conosciuto nel suo genere, e merita la fama che ha.

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  4. Il tema della vendetta è sempre un grande classico. Come anche lo sgerro granitico che però cede agli occhioni da cerbiatta della ragazza in difficoltà. In ogni caso metto in lista ^^

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    1. Il tema non è originalissimo ma è giocato bene, l'attore protagonista mostra tutti i cambiamenti interiori del personaggio e la regia è molto bella. A me è piaciuto molto.

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  5. Aggiungo alla lista e nel mentre cerco di scrivere un'opinione comprensibile su Lady Vendetta....

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    1. Se ti è piaciuto Lady Vendetta direi che anche questo potrebbe essere di tuo gradimento, anche se la vendetta è comunque un tema molto comune nel cinema coreano.

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