Il Genji monogatari (源氏物語, Storia di Genji) è il primo romanzo giapponese e probabilmente il primo romanzo al mondo, scritto nell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu.
Nella prima parte narra la storia di Genji, figlio dell'Imperatore, e nella seconda quella di due dei suoi discendenti (o presunti tali). Il racconto si estende per quattro generazioni, coinvolgendo oltre quattrocento personaggi. Il soggetto principale della narrazione sono le avventure amorose del protagonista, che pur incarnando il modello del libertino non abbandona mai al suo destino una donna alla quale era stato legato.
Proprio le donne sono le figure centrali del romanzo, descritte con un'attenzione sorprendente alla loro psicologia e ai loro sentimenti, vittime di un sistema patriarcale che penalizzava quelle che non potevano fare affidamento su una figura maschile potente, padre o marito che fosse. I personaggi femminili possono essere visti come lati differenti della personalità dell'autrice, che ha efficacemente espresso nella sua opera tutta la frustrazione e il dolore derivanti dal futuro incerto che accomunava le donne del periodo Heian.
A fare da sfondo alle molteplici vicende che si intrecciano nel Genji monogatari è sempre presente la natura, osservata, celebrata, descritta minuziosamente nel costante susseguirsi delle stagioni; il tempo, col suo scorrere inesorabile, è un personaggio centrale quanto quelli in carne e ossa e la sua percezione acuisce la malinconia per gli anni che passano, la vecchiaia che giunge, le persone amate che se ne vanno. L'atmosfera di velata tristezza che pervade le pagine di questo libro è stata descritta da Motoori Norinaga come mono no aware, espressione che può essere tradotta approssimativamente come "il sentimento delle cose" e che indica la consapevolezza della precarietà di ogni cosa e il patimento legato al loro svanire. Come gli splendidi fiori di ciliegio presto sfioriranno, così se ne andrà la giovinezza, e poi la vita: un concetto che affonda profondamente le sue radici nel Buddhismo, per il quale l'impermanenza è una delle condizioni fondamentali di tutto ciò che esiste.
Voto: ★★★★★
Fin dalla prima lettura sono stata stregata da questo romanzo, che è stato anche parte centrale della mia tesi di laurea. A inizio maggio è stata finalmente pubblicata per Einaudi l'edizione tradotta direttamente dal giapponese antico dalla professoressa Maria Teresa Orsi, che ci ha lavorato per oltre dieci anni. Fino ad ora quest'opera era disponibile soltanto in traduzione dalla versione in inglese di Arthur Waley, che pur trasmettendo adeguatamente l'atmosfera poetica si era preso parecchie libertà sul testo, eliminando addirittura un intero capitolo. Come se non bastasse, in Italia il libro era stato diviso in due volumi, uno edito da Einaudi col titolo La storia di Genji e l'altro da Bompiani, intitolato La signora della barca/Il ponte dei sogni.
Il volume curato dalla professoressa Orsi, nonostante il prezzo non proprio accessibile di 90 euro, è stato un acquisto quasi obbligato per me: considero quest'opera un vero capolavoro, uno dei libri che più mi ha coinvolta emotivamente e allo stesso tempo un'interessantissima materia di studio. Chi fosse interessato al libro, o anche solo incuriosito, può leggere le mie prime impressioni sul volume dal Genji monogatari blog.
Io ho una versione economica del libro ma non l'ho ancora iniziato.. ^^'''
RispondiEliminaDi certo mi incuriosisce molto! ;)
Per chi non l'ha mai letto la versione precendente è comunque molto bella, è grazie a quella versione che l'ho scoperto e me ne sono innamorata. Quando l'avrai letto fammi sapere cosa ne pensi!
EliminaHo delle domande.
RispondiElimina1.Come fa il primo romanzo della storia ad essere così bello e articolato?
Non lo dico con tono polemico anche perché non ne ho proprio idea (non di Genji ma del concetto di romanzo in generale).
Però dal punto di vista logico in quanto primo dovrebbe essere un esperimento, mi vengono in mente le prove sulla prospettiva del medioevo in campo figurativo...
non è strano? hai spiegazioni?
2.lo studiano in Giappone?lo fanno al posto dei promessi sposi?
Riguardo alla seconda domanda sì, lo studiano ma non sempre nella versione originale, a volte usano traduzioni in giapponese moderno.
EliminaIl concetto di "romanzo" può essere arbitrario, è stato definito così per la coerenza tematica e per l'approfondita analisi psicologica dei personaggi, diciamo che indubbiamente l'autrice aveva un grosso talento e pur senza avere modelli di riferimento alla sua altezza è riuscita a produrre un'opera che probabilmente non ha eguali in tutta la narrativa giapponese successiva.
Aspettavo proprio questa edizione...
RispondiEliminaAnche io l'attendevo con impazienza, infatti non me la sono fatta sfuggire e l'ho acquistata subito!
Elimina"Il sentimento delle cose" è un concetto di cui forse mi aveva parlato il quasi-cognato (sposato con una giapponese)il quale per spiegarmi la "differenza" tra il gusto cinese e quello giapponese, aveva paragonato i primi alla primavera e i secondi all'autunno, non so se scritto così si capisce, ma a me è piaciuta molto come metafora.( te ne avevo già scritto?)
RispondiEliminaForse me l'avevi accennato in passato, comunque direi che il paragone è calzante: l'autunno è indubbiamente la stagione che più si addice a descrivere quella sensazione di malinconia per le cose che finiscono che permea questo libro.
EliminaIo ho l'edizione precedente, ma sto ancora finendo di leggerla (un po'lentamente, mi sono lasciata prendere da altre cose).
RispondiEliminaAnche io ci ho messo un po' a leggerlo la prima volta, è uno di quei libri da assaporare più che da divorare.
EliminaCioè mi stai dicendo che il mattone da più di 1000 pagine (Storia di Genji della Einaudi) è solo la prima parte? Dovrei seriamente mettermi di impegno per finirlo XD
RispondiEliminaEbbene sì, a quello bisogna aggiungere le circa cinquecento pagine di "La signora della barca - Il ponte dei sogni" della Bompiani. Le due storie sono comunque indipendenti, il secondo libro è ambientato dopo la morte di Genji e pochi dei personaggi incontrati nella prima parte ritornano anche in questa.
EliminaQuanto lo desidero! Solo che per me 90 euro sono un prezzo proibitivo T.T dovrò risparmiare un bel po' prima di potermelo permettere! Un vero peccato, capisco l'arduo lavoro compiuto dalla somma Maria Teresa Orsi (a cui va tutta la mia stima), però quel prezzo scoraggerà molti dall'avvicinarsi a quest'opera che invece meriterebbe veramente di essere conosciuta al grande pubblico!
RispondiEliminaSono stata molto combattuta quando ho saputo il prezzo, ma poi ho deciso di meritarmi un auto-regalo di laurea e l'ho preso. Capisco il lavoro che c'è dietro ma, per quanto sia una bella edizione, credo avrebbero fatto meglio a tenere il prezzo non sopra ai 50€, ne avrebbero di certo vendute più copie. È comunque un volume che a mio parere risulterebbe un po' indigesto a qualcuno totalmente digiuno di letteratura giapponese, forse l'edizione precedente tradotta dall'inglese, per quanto meno bella, è più accessibile.
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