15/05/14

Melt-Banana live @ Locomotiv

Colonna sonora per la lettura: The Hive – Melt-Banana

I Melt-Banana sono una band relativamente conosciuta e apprezzata nell’ambiente underground internazionale, forse più in America ed Europa che in Giappone. Dal DJ John Peel a Jim O’Rourke e Steve Albini, sono tante le personalità del mondo del rock alternativo che ne hanno riconosciuto il talento e li hanno supportati nel corso della loro carriera.

Melt-banana
Del gruppo, inizialmente formato da quattro elementi, oggi fanno parte solo la cantante Yako e il chitarrista Agata, più che sufficienti a lanciarvi addosso ondate e ondate di suono, facendovi tornare a casa con le orecchie che fischiano e la testa leggera. Il noisecore della band di Tokyo non è per tutti: usando una citazione di brizziana memoria (nel senso di Enrico Brizzi), per molti questa non è musica, è rumore. Definizione tutto sommato calzante, e detto da una che è cresciuta a pane e Sonic Youth non può che avere un’accezione positiva.

Melt-banana FetchFetch, il loro ultimo lavoro, è uscito nel 2013, a sei anni dal precedente Bambi’s Dilemma. Tra i battiti serratissimi della drum-machine, la chitarra schizofrenica e imprevedibile di Agata e la voce pazzesca, acuta e spaccatimpani di Yako – vero marchio di fabbrica della band – si insinua un’ombra di orecchiabilità, che rinnova il suono ormai collaudato dei Melt-Banana e li conferma come una delle realtà musicali più sorprendenti del Giappone e non solo. Non vi fate ingannare, però: i loro brani faticano a farsi chiamare “canzoni”, non si incasellano in nessuna melodia e proprio quando pensi di averli inquadrati scattano di lato e sbam, ti depistano e prendono una forma che non ti aspettavi.


Melt-banana LocomotivIl tour di Fetch li ha portati anche al Locomotiv di Bologna, dove li ho rivisti dopo la loro data della scorsa primavera al Metro di Kyoto. Il pubblico era composto in parte da fan, ma più che altro da gente che voleva vedere due giapponesi fuori di testa che fanno musica da pogo sfrenato, e in entrambi i casi dubito siano stati delusi. Quello che al live è mancato a livello di durata è stato compensato dalla furia del duo. Ancora una volta mi hanno assordata, stordita, facendomi dimenticare il mondo per quarantacinque intensissimi minuti, durante i quali al Locomotiv c'eravamo solo io, in estasi da noise, e loro che me ne riversavano addosso a secchiate. Mi sono imbattuta in pezzi di passato ultraremoto, di due, dieci vite fa, che hanno cercato goffamente di tornare a galla, e li ho annegati a suon di sintetizzatore impazzito. Ho parlato giapponese dopo quasi cinque mesi, ed è stata una sensazione bella bella in modo assurdo (cit.). Quando hanno chiuso la loro corsa forsennata con Tintarella di luna, brano che il loro pubblico italiano attende sempre con grande trepidazione, ho sorriso di una gioia quasi soffocante e ho pensato solo “Ci vediamo dall’altra parte”.

4 commenti:

  1. Non li conosco assolutamente! Proverò a sentire qualcosa :D

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    1. A meno che uno non sia amante del genere è difficile averli sentiti nominare, non sono esattamente di facile ascolto, ma spero ti piacciano almeno un po'! :)

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  2. Eheh.. Mi fa piacere che tu ti sia divertita così :-) forse ne avevi già parlato di questo gruppo? Perchè mi pare di aver già letto una recensione del genere... Di sicuro non li ho mai sentiti e per i concerti mi sentirei troppo vecchia per andare, non ci sono mai andata neppure da "giovane" XD preferisco l'ascolto casalingo ;-)

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    1. Li avevo visti a Kyoto e ne ho parlato solo di sfuggita, però ascolto spesso questo genere di musica, quindi può essere che avessi già scritto qualcosa del genere :) Loro rendono più dal vivo che in un ascolto casalingo, io poi ogni tanto ho proprio bisogno di ricaricare le energie con qualche concerto, anche se dieci anni fa ero molto più carica! :)

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