12/05/14

Recensione: Principessa Mononoke

Colonna sonora per la lettura: Legend of Ashitaka Theme – Joe Hisaishi

Principessa MononokeAshitaka, principe della tribù degli Emishi, è colpito da una maledizione quando, per proteggere il proprio villaggio, è costretto a uccidere un cinghiale tramutato in demone. Parte allora alla ricerca di un modo per sopravvivere al maleficio, e durante il viaggio incontra San, ragazza cresciuta insieme ai lupi che rinnega la propria natura di umana. Il giovane si troverà coinvolto nel combattimento tra San ed Eboshi, padrona della fucina della Città del Ferro.

Mononoke Hime è sempre stato il mio film preferito tra tutti quelli di Hayao Miyazaki. È un’opera fortemente ecologista, non per moralismo ma perché la coesistenza con l’ambiente è l’unica via possibile. È anche un’opera sulla vita e sulla morte, sull’amore e sull’odio, sugli opposti che non son mai veramente in contrapposizione, ma piuttosto uniti in modo indistricabile.

Uno degli elementi più evidenti di quest’opera è che non ci sono buoni e cattivi, ma soltanto prospettive e punti di vista differenti. San ed Eboshi sono due donne orgogliose e fiere, entrambe fermamente convinte di essere nel giusto. Mentre la prima lotta per salvare la foresta, la seconda riscatta ragazze destinate alla vita mondana e dà loro un lavoro rispettabile all’interno di una società paritaria basata sulla divisione di ruoli egualmente fondamentali. Per gli abitanti del villaggio San è un demone assassino, e per gli spiriti Eboshi è una malvagia distruttrice del loro bosco.

Principessa Mononoke

Anche all’integrità inattaccabile di Ashitaka, in grado di prendere persino la decisione di uccidere con consapevolezza e accettandone ogni conseguenza, fa da contraltare l’egoismo di un uomo innamorato che vorrebbe salvare San da una vita da cui lei stessa non vuole essere salvata. Come umano, gli è impossibile capire che lei è parte di qualcosa di più grande, di cui deve seguire il corso.
 
Principessa Mononoke

La divinità della foresta (in questa versione ribattezzata con l’appellativo dal suono vagamente blasfemo di Dio Bestia) è una figura emblematica e affascinante, una delle più riuscite concretizzazioni della natura che abbia mai visto in un film. Dà la vita e la toglie, a sua totale discrezione, ma non senza una logica di fondo. Quello che dal nostro punto di vista sembra crudele, o insensato, è semplicemente ciò che tiene in funzione un meccanismo che non ci è dato conoscere. Nonostante tutto, la natura con i suoi spettri non sarà mai tanto temibile quanto gli uomini.

Principessa Mononoke

Se colpita, la natura reagisce per mantenere il suo equilibrio. È programmata per sopravvivere, per rigenerarsi continuamente, e quando ai danni che le infliggiamo seguono disastri siamo soltanto noi, che ci autoproclamiamo centro del mondo, a vederci una forma di sadica vendetta. La verità è che lei, come il dio della foresta, di noi se ne infischia. Segue il suo corso, null’altro, e non ci deve alcuna spiegazione. Sta a noi decidere se tentare inutilmente di sfruttarla e dominarla, o se conviverci al meglio delle nostre possibilità.

Principessa Mononoke

Al centro di tutto vi è la vita, l’unica cosa che davvero possediamo. “Vivi!”, dice Ashitaka a San in una delle battute tornate fedeli all'originale grazie alla nuova traduzione. Fino a che siamo in vita, possiamo continuare a costruire, rinnovarci, fare del nostro meglio, fallire anche, ma sempre andando avanti. Così fa la natura, che dalle ceneri rinasce a poco a poco, così fanno i personaggi di questo film, seguendo i propri interessi, il proprio istinto e i propri sentimenti, e così dobbiamo fare noi, senza mai perdere la speranza. Non esiste lieto fine, ma non esiste davvero nemmeno una fine.

Principessa MononokePrincipessa Mononoke è un film densissimo di contenuti e stimoli di cui si potrebbe parlare per ore, uno sguardo lucido sull’esistenza unito a un lirismo commovente, che concentra in sé tutta quanta la poetica miyazakiana e la bellezza disarmante di un Giappone che non esiste più, nel quale il rapporto tra uomo e ambiente non era ancora impari come accade oggi. Le immagini sono sublimate dalle musiche di Joe Hisaishi, che tocca i vertici della sua produzione con brani in grado, da soli, di portare alle lacrime. Il cinema di Miyazaki raggiunge qui, ai miei occhi, il suo apice inarrivabile.
Voto: 10

Nota sulla nuova versione italiana: Sono andata a vedere Principessa Mononoke al cinema con il doppio intento di godermi uno dei miei film preferiti in sala e di prestare attenzione al nuovo adattamento, nelle intenzioni dei curatori più vicino all'originale giapponese, di cui si è tanto parlato. La versione precedente era a tratti inaccurata, per non dire che stravolgeva completamente la conclusione del film, come potete leggere in questo articolo. Il tentativo è riuscito, a mio parere, soltanto in parte. Se la traduzione è indubbiamente più aderente alle intenzioni dell’autore, ridonando all’opera il suo finale così come era stato concepito, l’adattamento qua e là è traballante e le battute suonano, in più di un’occasione, piuttosto innaturali. Apprezzo la scelta di dare al parlato un registro aulico, coerente per un film ambientato nel periodo Muromachi, ma per l’abuso di alcune espressioni (“finire per” su tutte) e alcuni passaggi che risultano un po’ nebulosi (o addirittura di dubbia correttezza a livello grammaticale) l’effetto generale della resa in italiano non mi è sembrato del tutto soddisfacente. Se si fosse trovata una via di mezzo tra la fedeltà e la naturalezza del linguaggio, avrebbe potuto essere una versione davvero ottima.

24 commenti:

  1. Ciao Elena,
    non vedevo l'ora di leggere il tuo commento! :)
    Io purtroppo ancora non sono riuscita ad andare al cinema, cerco di recuperare in settimana.
    Intanto complimenti per la recensione, molto bella e sulla quale sono ovviamente d'accordo. Mononoke hime è un capolavoro, sicuramente tra i miei preferiti (se non "il" preferito in assoluto) e non vedo l'ora di potermelo rivedere al cinema.
    Non avendo ancora visto il nuovo doppiaggio ovviamente non posso esprimermi in merito, ma la tua opinione riflette esattamente quello che ho pensato in merito agli altri adattamenti firmati lucky red, e quelli che erano i miei timori su questa nuova versione di Principessa Mononoke.
    Diciamo che comprendo poco la logica per cui una traduzione più fedele all'originale debba risultare poi brutta nella lingua di arrivo, mi sembra un approccio alla traduzione parecchio datato. Ovvio che non ci si possono più permettere certi sfondoni che capitavano in passato, e che le traduzioni debbano essere più accurate (seppur poi qualche errore può sempre esserci, siamo tutti esseri umani), ma non riesco a tollerare che questo debba poi trasformarsi in un testo in italiano brutto e innaturale.
    Ah, poi con il "finire per" sfondi una porta aperta, penso che sia una delle mie più grosse idiosincrasie nelle traduzioni dal giapponese, un calco molto brutto dell'espressione ~てしまう che detesto. La trovo una delle espressioni più innaturali mai concepite, probabilmente retaggio dell'insegnamento universitario del giapponese. Lo ammetto, su questo sono abbastanza intollerante, ogni volta che me la trovo davanti agli occhi, una parte della me traduttrice muore! XD

    Comunque, detto questo, cercherò di recuperare al più presto la visione del film, e problemi di adattamento a parte, sono veramente contenta di questo ritorno sul grande schermo. A presto cara! ^^

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    1. Ciao Dany!
      Spero che nel frattempo anche tu sia riuscita a trovare il tempo per andare al cinema a vederlo. Ti ringrazio per i complimenti, in realtà più ci penso e più mi verrebbero in mente cose da dire a riguardo, è uno di quei film che danno quantità enormi di cibo per la mente, e anche per questo lo amo molto.
      Sulla traduzione spero di leggere anche un tuo parere, dato che sei più esperta di me sull'argomento. Faccio fatica a dare un giudizio del tutto negativo, perché comunque alcuni passaggi hanno riacquistato il loro senso e anche il finale è tornato così come Miyazaki lo ha creato, però credo che anche un orecchio inesperto coglierebbe che c'è qualcosa che non va.
      L'uso del "finire per" sfiora veramente il ridicolo, l'avrei accettato se fosse stato detto un paio di volte, ma secondo me siamo sopra la decina. Spero che non ti renda la visione un'esperienza troppo traumatica! XD

      Devo dire però che, quando sui titoli di coda parte la musica di Joe Hisaishi, ogni difetto si dimentica e sgorgano fiumi di lacrime.
      A presto, un abbraccio!

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  2. Io mi commuovo con Mononoke... è un'opera talmente ricca e nobile che non può non essere guardata con profondo rispetto.

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    1. Sono d'accordo, pur avendolo visto tante volte non riesco mai a trattenere le lacrime. Di certo io sono una che si commuove facilmente, ma Mononoke è un film speciale.

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    2. Io credo che proprio non si tratti di commozione in senso sentimentale (so che tu, che sei stata in Giappone, capirai cosa voglio dirti), è una commozione che deriva dalla semplice immensità di certe cose.
      Ma Miyazaki ha una mente magica in questo senso :)

      Un saluto!

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    3. Credo di capire cosa intendi, sì. A volte davanti a tanta bellezza si è investiti da una quantità di sensazioni difficile da contenere. Trovo sia una delle cose che rendono bella la vita.

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  3. Ho già commentato sulla tua pagina se ti va vai a leggere la mia recensione, comunque io veramente mi sono molto commossa ma non ero l'unica a quanto pare metà sala è rimasta a vedere i titoli di cosa con la splendida Mononoke hime

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    1. Sono rimasta sopresa anche io che la gente abbia guardato i titoli di coda, di solito tutti scappano dopo le ultime immagini. Ho letto la tua recensione e sono completamente d'accordo, sono felice di aver avuto la possibilità di vederlo al cinema.

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  4. Bellissimo, uno dei miei preferiti di Miyazaki!!
    Dovrei andare a vederlo in sala... ma sai che non sapevo (vivo sulla luna a quanto pare ) che questa versione differisse da quella precedente! Un motivo in più per andarci!

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    1. Più ci penso e più mi convinco che sia il mio preferito in assoluto.
      La questione della traduzione si è discussa abbastanza tra noi nippofili, ma non credo proprio tu sia l'unico che non lo sapeva. Sono curiosa di leggere le tue impressioni se alla fine sei riuscito a vederlo!

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  5. Non l'ho ancora visto col nuovo adattamento ma inizio ad avere il sentore che preferirò il precedente!

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    1. Una traduzione più accurata andava fatta, magari in modo un po' più flessibile diciamo. In generale io preferisco guardare i film non doppiati, persino nelle lingue che non capisco! :)

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  6. L'avevo visto solo una volta e troppo tempo fa, purtroppo non ne ero rimasta entusiasta tanto quanto te. Avrei tanto voluto rivederlo ora, alla mia veneranda età, e come te sarei stata curiosa di ascoltare questo adattamento nuovo ma, ahimé, l'orario di proiezione è decisamente impossibile per chi lavora.
    Aspetterò il DVD, che dire :)

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    1. Mi spiace che tu non sia riuscita a vederlo al cinema, come al solito sembra che ci facciano un favore a proiettare questi film in sala, e li tengono sempre a orari da bambini - come se Mononoke fosse una visione adatta a loro.
      Attendo di leggere le tue impressioni quando uscirà il DVD allora, e spero che questa volta ti colpisca positivamente (in caso contrario siamo amiche lo stesso! XD )

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  7. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di scrivere che l'adattamento di Cannarsi è abbastanza assurdo.

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    1. Non lo boccio in toto, ma sa tanto di occasione sprecata.

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  8. Concordo sulla bellezza del film, ma anche sulle critiche alla resa della nuova traduzione, che avevo fatto anch'io.

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    1. Ho letto le tue impressioni e mi trovi perfettamente d'accordo. Guardando quelle immagini splendide, però, riesco quasi a chiudere un occhio sulla traduzione.

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  9. Visto ieri al cinema e concordo con la tua recensione, tranne che in "Uno degli elementi più evidenti di quest’opera è che non ci sono buoni e cattivi": sbaglio o nei film di Miyazaki difficilmente c'è la contrapposizione buoni-cattivi? Altra curiosità: ma nella versione giapponese c'è un linguaggio molto ricercato? Per esempio in questo nuovo adattamento ci sono parole quasi arcaiche come "pulzelle".

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    1. Osservazione giustissima, in effetti prima avevo scritto "Nei film di Miyazaki non ci suono buoni e cattivi", ma poi ho cambiato per concentrarmi soltanto su questo film - in generale non ci sono, ma non mi andava di pensare a tutte quante le sue opere per accertarmi di non aver detto castronerie.
      La versione giapponese l'ho vista molto tempo fa, ma probabilmente utilizza un linguaggio arcaico, vista l'ambientazione. Il "pulzelle" comunque alle mie orecchie suonava un po' forzato.

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  10. Io purtroppo l'ho visto in inglese, quando ancora non capivo un'H di inglese... Immagina! Per cui non posso giudicare le due versioni, ma magari potrei giudicare meglio il film ora, rivedendolo, sempre in inglese...

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    1. Mi sembra un'ottima occasione per prendere due piccioni con una fava: guardare un film bellissimo e bearti dei tuoi progressi con la lingua! :)

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  11. L'ho visto anche io al cinema e devo dire che mi è piaciuto un sacco (l'avevo visto tanto tempo fa e lo ricordavo poco). Mi piace questo Miyazaki un po' più violento e meno coccoloso (come è, invece, in opere come Kiki e Totoro)!
    In ogni caso, secondo me non ci sono dei buoni al 100% ma ci sono dei cattivi (e sono i samurai di campagna del principe Asano e gli uomini della Gilda dei Maestri, che si comportano in modo avido, viscido e arrivista) e un po' anche i cinghiali, che agiscono d'istinto, senza nemmeno voler ascoltare l'altra parte. In generale, se vai a vedere, le figure maschili, ad eccezione di Ahitaka, sono quasi tutte negative (o molli) ^^

    Anche questa volta in sala c'erano un sacco di bambini, anche se il film non è che sia esattamente adatto ai più piccoli (al primo braccio mozzato una mamma ha esclamato qualcosa come "in un cartone!? E i bambini!" XD)

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    1. Per quanto adori il Miyazaki più "per bambini" di Totoro e Kiki, nessun altro suo film mi colpisce ogni volta con nuovi dettagli e particolari come Mononoke.
      È vero che la maggior parte delle figure maschili nel film fanno una figura non tanto bella, ma più che "cattivi" in senso stretto li trovo umani, con tutto l'egoismo, la volontà di ottenere per sé ciò che si desidera che questo comporta. Rimangono figure di contorno mostrate in una luce negativa, ma ho l'impressione che se fossero state più al centro della storia anche loro, come Eboshi e tutti gli altri, avrebbero le loro motivazioni comprensibili per comportarsi così.

      Quando sono andata io la sala era praticamente deserta, ma ovviamente non poteva mancare la famigliola con bambina di 5 anni a occhio e croce, col padre che commentava "Era iniziato bene (col cinghiale-demone ucciso a colpi di freccia!?) ma ora sta un po' esagerando!". Eh, quando capiranno, quando...

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