29/05/13

Recensione: Mei to Konekobasu

Mei to konekobasu (めいとこねこバス, Mei e il piccolo Gattobus) è uno dei cortometraggi dello Studio Ghibli proiettati in esclusiva al Ghibli Museum di Mitaka. Diretto da Hayao Miyazaki e accompagnato dalle incantevoli note di Joe Hisaishi, lo spin-off di Tonari no Totoro racconta l'incontro della piccola Mei con un cucciolo di Gattobus, e l'avventura notturna in volo verso un luogo magico e segreto, dove Mei si imbatterà in una vecchia conoscenza.

Mei to konekobasu


In meno di un quarto d'ora Miyazaki fa sorridere e scalda i cuori, riportando sullo schermo le atmosfere di uno dei suoi film più amati e trasportando di nuovo gli spettatori in un Giappone rurale e legato alla natura, quello che ancora oggi circonda le città e i luoghi turistici più conosciuti.

25/05/13

Aspettando la stagione delle piogge

In questi giorni ho nostalgia di casa.

Ghibli museum
Ghibli museum
Mi avevano avvertita che a un certo punto della permanenza succede, ma pensavo ingenuamente di aver superato indenne tutti i momenti grigi. Eccola qui, invece, la malinconia che mi fa sognare a occhi aperti i miei portici, l'estate bolognese, le serate all'Hana bi con la brezza che odora di mare. Forse ho fatto un sogno che non ricordo, forse è il pensiero che tanti dei miei amici tra un mese o poco più lasceranno Kyoto.
Forse è perché Paolo domenica è tornato in Italia e questi dodici metri quadri sembrano vuoti come non mai. Non è facile incastrare due persone in uno spazio così angusto, eppure per un po' ho avuto la sensazione che in casa mancasse qualcosa di fondamentale.

Per due settimane e mezzo ho fatto la quasi-turista tra Tokyo, Hiroshima e Miyajima, Nara e i luoghi più celebri di Kyoto. Non c'è bisogno di dire che mostrare a qualcun altro tutti i miei posti preferiti, gli scorci che mi ero appuntata mentalmente per poterli condividere nella luce più bella, ha reso questo maggio uno dei mesi più pieni e intensi da quando sono qui.
Per una volta è stata una vacanza (quasi) senza mappe, e sono stata tanto fiera di me e dei miei cambiamenti di questi mesi. Posso scarpinare fino alla cima del Fushimi-inari senza sforzo, ho domato la bicicletta che ora mi è fedele compagna e soprattutto ho tanti amici coi quali mi rapporto con una naturalezza difficile da immaginare su di me fino a qualche mese fa. Sembrano cose da nulla, ma credo saranno le mie più grandi conquiste nipponiche.

01/05/13

Nagoya e ritorno

Appena sveglia ricevo un messaggio di Miguel, wanna go to Nagoya? e non mi serve nemmeno il tempo per pensarci. Venti minuti e sono fuori.
Esco di corsa dalla stazione di Yamashina, salgo al volo nella macchina squadrata - tipicamente giapponese - degli Ebihara, e si parte. Adoro i lunghi viaggi in macchina, mi sono mancati da quando sono qui. Ryu è sempre silenzioso e quando guida non fa eccezione. Simon si addormenta, Tomoko e Miguel scherzano. Fuori dal finestrino, inaspettati, dei sakura ritardatari punteggiano le montagne, abbelliscono i bordi di un'autostrada altrimenti anonima.

Toyota Museum Nagoya

È iniziata la Golden Week, si capisce anche dal traffico per strada. I giapponesi sfruttano al massimo questo ponte a cavallo tra aprile e maggio per darsi al turismo, spesso interno.
Nagoya dista più di cento chilometri da Kyoto, e il viaggio dura quasi due ore. La prima tappa è il Toyota Commemorative Museum of Industry and Technology, che mostra l'evoluzione dell'industria tessile e racconta la storia della famosa casa automobilistica nipponica. Non nascondo che entrambi i temi mi appassionano pochissimo, ma come una bambina trovo da divertirmi spingendo bottoni che azionano meccanismi complessi e a loro modo affascinanti.

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