L'Ultimo

Questa settimana ho dato il mio ultimo esame. L'ultimo esame di questa triennale iniziata senza sapere perché, con l'idea di non prenderla tanto sul serio da morirci e che poi ho portato avanti tra l'ansia che mi stringeva la gola ad ogni appello e l'ostinato aggrapparmi alla mia vita sociale, è andato. Quando ho chiamato mia madre per dirle che avevo preso 29 mi ha detto "Be' dai, va bene", come se pensasse che potessi esserne delusa. Mio dio, non sono una di quelle stronzette che se non hanno il massimo ne fanno una tragedia. Ero libera, mi sono sentita felice.
Ho aspettato tanto questo momento pensando che sarebbe stato una svolta, che mi sarei finalmente riappropriata del mio tempo, invece per ora sono un po' stordita e non so bene come disporne, di questa ritrovata libertà. Giovedì mattina mi sono svegliata riposata come non mi capitava da tanto, senza quel senso di oppressione di quando devi fare qualcosa che proprio non ti va, e ho fatto una cosa quasi rivoluzionaria: ho oziato. Ho letto un libro, ho guardato la televisione e mi sono concessa pure qualche puntata di un anime e un film. Mi sono presa la mia micia sulle gambe e l'ho coccolata a lungo ascoltando le sue fusa, ho giocato con Haku tirandogli la coda. Ho fatto le cose con calma.
È difficile quando non ci si è più abituati gestirsi lentamente, senza seguire un piano preciso in cui ogni attività ha il suo quadratino di tempo prestabilito. Mi servono in un certo senso i miei quadratini, so che finirò per costruirmene altri con cose diverse dentro, magari ne lascerò un paio bianchi per fare una torta o per dormire tutta la mattina, chissà. Ho comunque così tante cose da fare che a non fare nulla mi sento in colpa.
Ci sono cose serie a cui pensare, ed ora siamo rimaste solo noi due, cara la mia tesi.