28/12/11

Recensione: Nightmare Before Christmas, La sposa cadavere

Nightmare before Christmas
Di Nightmare Before Christmas hanno già parlato in tanti, ma non posso proprio esimermi dal lodare ulteriormente questo gioiellino. Ammetto di non averlo ancora guardato questo Natale, e so di essere in ritardo perché a rigor di logica andava visto before Christmas ma suvvia, non siamo puntigliosi, troverò di certo il momento giusto per godermelo entro la fine delle feste.
La storia (per quei disgraziati che non lo sapessero) è quella di Jack, re delle zucche, che scopre il Natale e decide di farsi carico del lavoro di Santa Claus - o per gli amici Babbo Nachele. La routine del 31 ottobre non gli basta più, non lo emoziona, è stanco di fare dolcetto o scherzetto e questa nuova impresa pare restituirgli quel brivido che gli mancava. Ovviamente combinerà un sacco di guai, ma il fallimento gli servirà per ricordarsi chi è realmente.
Dopo quasi vent'anni l'animazione di questo film non perde un colpo e appare ancora estremamente efficace nel rappresentare lo spaventoso mondo di Halloween. I personaggi creati da Tim Burton e diretti dall'amico Henry Selick non hanno eguali in quanto a carisma e caratterizzazione. La colonna sonora del fedele Danny Elfman è un elemento indispensabile per la narrazione e veicola le emozioni di Jack (in italiano doppiato sorprendentemente bene da Renato Zero) con una profondità che il semplice dialogo faticherebbe a raggiungere.
I bambini forse saranno spaventati da Nightmare before Christmas (io lo ero), ma verrà il giorno in cui, cresciuti, saranno rapiti dall'atmosfera inconfondibile che solo il migliore Tim Burton sa estrarre dal cilindro magico.

26/12/11

Recensione: Ponyo sulla scogliera e Tokyo Godfathers

Alla vigilia di Natale mi sono con grande gioia concessa la prima giornata completamente lontana dai libri.

Tokyo Godfathers
Ho iniziato, seguendo il consiglio di Acalia, con Tokyo Godfathers del compianto Satoshi Kon. Rispetto ad altri suoi lavori, che prediligevano un contesto onirico, qui ci troviamo in una Tokyo incredibilmente realistica (grazie all'altissimo livello dei disegni) tra personaggi con psicologie complesse e ben giustificate dalle vicende che hanno segnato le loro vite.
I tre senzatetto Hana, Gin e Miyuki trovano una neonata abbandonata la notte di Natale e si impegnano per rintracciare i suoi genitori. Durante le ricerche verranno alla luce le ragioni per cui i tre si trovano a vivere per strada.
Oltre che da una trama avvincente e solida, il film è retto dal tema del rapporto spesso difficile tra genitori e figli, della separazione che porta dolore ad entrambe le parti.

22/12/11

Eventi: Nimi, festival giapponese

Nimi festival giapponese
Domenica scorsa, grazie ad un paio di biglietti vinti per pura fortuna, sono stata al Nimi, festival giapponese che si è svolto presso la Fortezza da Basso a Firenze. Ho trovato gli allestimenti un po' scarsi, anche se immagino che organizzarsi in uno spazio grande e dispersivo come quello sia piuttosto impegnativo.
Ad ogni modo l'iniziativa è un piccolo paradiso per i nippofili: si passa dalle bancarelle kawaii ai gadget di anime e manga, dalle conferenze sulle arti tradizionali alla gara di cosplay, senza ovviamente farsi mancare lo stand del cibo giapponese.

Appena arrivati abbiamo assistito alla conferenza dell'incisore di timbri Zuifuu, che ci ha mostrato i vari materiali con cui lavora e i suoi strumenti. Ci sarebbe piaciuto farci fare un timbro personalizzato ma i costi non erano proprio economici.
Sul palco principale ci siamo poi goduti la performance dei Manjushaka, danzatori giapponesi che si ispirano alla tradizione del Sol Levante e la riadattano in chiave moderna. Lo spettacolo è stato probabilmente ciò che ho apprezzato maggiormente dell'intero festival, nonostante alcune imperfezioni che non ne hanno comunque minato il fascino.

21/12/11

Recensione: The Warlords

SPOILER ALERT! Contiene anticipazioni sulla trama!

Un fratello che minaccia un altro fratello deve morire.

The Warlords
Pang (Jet Li) è l'unico sopravvissuto di una battaglia disastrosa per l'esercito Qing, in guerra contro i ribelli Taiping. Dopo essere stato nutrito e confortato dalla misteriosa Liansheng (Xu Jinglei) Pang incontra Wuyang (Takeshi Kaneshiro) che lo conduce ad un villaggio di banditi guidati da Erhu (Andy Lau). Quest'ultimo si rivela il marito di Liansheng; nonostante la scoperta Pang inizia una relazione con la donna che porterà avanti per anni.
Dopo essere stati derubati da un esercito di passaggio delle provviste i banditi si uniscono alle armate Qing, convinti da Pang che questo assicurerà loro cibo e denaro per le famiglie; il nuovo arrivato stringe un patto di sangue con Wuyang e Erhu e viene nominato generale del nuovo esercito.
Nonostante l'iniziale svantaggio i soldati guidati da Pang vincono numerose battaglie, facendo di lui un'importante per pedina gli assetti dell'Impero. Non sarà facile per i tre "fratelli" rimanere uniti: l'Imperatrice e i tre anziani alle sue dipendenze hanno le loro mire e non permetteranno che questo esercito di banditi acquisti troppo potere.

11/12/11

Off Topic: Paolo Benvegnù @ Bronson

Io lascio che le cose passino e mi sfiorino perché non sono ancora in grado di comprenderle.

Paolo Benvegnù
Fonte: Spaziorock
Forse a molti di voi questo nome non dirà nulla, ma per me Paolo Benvegnù significa molte cose. Andiamo per ordine.
Negli anni '90 anche da noi la musica è in fermento, nascono tanti gruppi che non vedranno la fine del decennio, oltre a band fondamentali come Afterhours e Marlene Kuntz. Nel 1997 viene pubblicata la pietra miliare Hai paura del buio?, ma non solo: quel vecchio volpone di Manuel Agnelli produce Rosemary Plexiglas degli Scisma. L'album si apre con la perfetta, omonima canzone ed è considerato uno dei migliori lavori italiani degli anni '90; purtroppo la band si scioglie dopo la successiva uscita di Armstrong. Non tutto il male viene per nuocere, perché scrollandosi di dosso le ceneri degli Scisma Paolo Benvegnù intraprende la carriera solista.
Benvegnù si allontana dalla sperimentazione che aveva caratterizzato il percorso degli Scisma e si rivela immediatamente un cantautore a tutto tondo, attento sia alle parole che alla musica, apprezzato dalla critica e da un pubblico affezionatissimo che lo segue fedelmente da anni.
A differenza di molti colleghi a cui piace essere anche personaggi (come il già citato Agnelli) la sua figura sul palco è insieme affascinante e familiare, non esiste quella sorta di muro trasparente che solitamente separa il palco dalla platea, la star dai fan.
Paolo è sempre autoironico, certe sere parla poco, altre fa discorsi che scoprono un cuore quasi rivoluzionario, ringrazia ogni volta con la sincerità di chi non è arrivato tanto in alto da dare il successo per scontato, si riferisce alla sua band come "I Paolo Benvegnù" per evidenziare il lavoro di gruppo che sta dietro alla sua musica e ogni volta si concede generosamente.

06/12/11

I used to have a life

hiragana
E così, sommersa da pile di libri per la tesi che più li leggo più si rivelano inutili, ho finito per trascurare lo studio del giapponese. Da due settimane ho smesso di seguire le lezioni di JapanesePod e da ben più di un mese ho accantonato Remembering the kanji. Ha iniziato a venire meno la voglia di continuare a concentrarmi dopo le sessioni interminabili alla scrivania, che mi lasciano tutta accartocciata e indolenzita e con fiumi di parole inglesi che mi scorrono davanti agli occhi stanchi. Sto diventando una specie di hikikomori, reclusa con la sola eccezione delle brevi fughe in biblioteca per restituire e prendere in prestito. Come un vampiro esco solo di sera, è uno stile di vita un po' straniante ma anche così sembra che il tempo non mi basti mai.
Per quel che riguarda la tesi non ho trovato tutto il materiale che speravo e temo mi dovrò arrangiare con quello che ho.
Per il giapponese, invece, devo scrivermi in fronte "determinazione" a caratteri cubitali e forzarmi, dedicarmici almeno un'ora al giorno e soprattutto impegnarmi coi kanji, che sto trascurando un po' troppo. Avrei bisogno di un buon metodo di studio, efficace, ma adesso fatico a crearmene uno.

Sono giornate un po' nervose, poco soddisfacenti, in cui non riesco a fare tante delle cose che vorrei e fatico a farmi capire, e questo mi rende frustrata. Avrei bisogno di una pausa da tutto, di un viaggetto, o di una di quelle belle dormite ritempranti che cancellano la stanchezza. Avrei bisogno di sfogarmi ma nessuno ha tempo per stare ad ascoltarmi e mi sento un po' sola. Sto rivalutando tante cose, ho qualche insicurezza in più e mi sembra di essere dietro ad un vetro: chi è dall'altra parte non afferra una singola parola di quello che dico.
[Credo che questo post risenta dell'accumulo di fatica che mi porto sulle spalle da oggi e che sia un po' sconclusionato, ma prometto che presto tornerò in me. Almeno spero.]
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